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Foti, la Reggina merita di più

Foti, la Reggina merita di piùTUTTO mercato WEB
© foto di Luigi Gasia/TuttoNocerina.com
giovedì 20 marzo 2014, 13:242014
di Gianluigi Longari
fonte Tuttob.com

Il portale dedicato alla serie cadetta, Tuttob.com, dedica una disamina interessante in merito alla situazione della Reggina. Un attacco frontale al presidente Foti che riportiamo di seguito.
C'era una volta la Reggina. C'era una volta una squadra che pur non smarrendo il suo status di provinciale è riuscita nel corso degli anni a ritagliarsi un posto al sole di assoluto rilievo nel panorama calcistico italiano. La Reggina non è un club come un altro. È uno di quei sodalizi "storici" del nostro calcio, una medaglia al merito guadagnato sul campo. Quel campo, il "Granillo", dove sono cadute le grandi e mosso i primi passi tecnici e calciatori che dalla Calabria hanno spiccato il volo verso lidi prestigiosi. Negli anni '80, giusto per fare due nomi, sulla panchina amaranto si sono accomodati allenatori del calibro di Albertino Bigon, Nevio Scala e Bruno Bolchi. Il primo, Bigon, ha vinto lo scudetto con il Napoli nel 1990. Scala ha guidato il Parma dei miracoli, quello bello sia in Italia che in Europa, e Bolchi specialmente in serie B è stato una specie di santone che ha ottenuto buoni risultati in quasi tutte le successive esperienze. Reggio Calabria vive per la Reggina. Alla fine degli anni '90 furono 23.000 i tifosi al seguito degli amaranto del grande bomber Onorato che a Pescara giocò e perse lo spareggio per approdare in A contro la Cremonese di Attilio Lombardo. Al di là del mancato risultato sportivo, nella storia del calcio resta un esodo epico. La serie A conquistata nella stagione '98-99 e difesa con le unghie e con i denti per 7 stagioni consecutive resta un meraviglioso ma lontano ricordo. È vero che nello sport, così come nella vita di tutti i giorni bisogna sempre guardare avanti. Ma a volte occorre anche aprire le pagine dei ricordi, sfogliarlo con cura, e vedere com'era la Reggina e com'è oggi. Da uno stadio pieno in ogni ordine di posto ad uno desolato ed abbandonato a se stesso. L'entusiasmo ha lasciato il posto alle continue amarezze, la regressione tecnica è stata costante.

A tratti imbarazzante. Nell'anno del centenario il presidente Foti, lo stesso delle grandi stagioni, aveva promesso una squadra in grado di tenere alto il nome di un club glorioso come quello reggino. L'anno del centenario è stato, almeno fino a questo momento, uno dei più tristi. Altro che lotta per gli spareggi promozione e giocatori di livello per rispolverare i fasti del passato. La Reggina si barcamena nel disperato tentativo di salvaguardare la categoria. Lo fa in uno stadio perennemente vuoto e nella più totale incertezza tecnica. Basti vedere gli allenatori chiamati e poi esonerati da Foti. Si inizia con Atzori, sollevato dopo poche giornate da Castori e richiamato nuovamente alla guida dei calabresi al posto dell'allenatore marchigiano. Il bis è come la prima volta: un disastro. Con due tecnici in busta paga la soluzione la dirigenza la trova in casa, affidando il giocattolo a Franco Gagliardi e Diego Zanin, il trainer della Primavera. La piazza nuovamente delusa dalle promesse fatte in estate e non mantenute nei fatti ha scelto la via dell'indifferenza. Tanto che le presenze fatte registrare al "Granillo" sono fra le più basse del campionato. Un peccato. Reggio Calabria e la Reggina meritano di più. Deve capirlo il presidente Lillo Foti. Deve ricordare cos'era la Reggina e cosa ha rappresentato per il nostro calcio. Nell'anno del centenario era logico presentare ai nastri di partenza una formazione in grado di regalare ai tifosi un futuro radioso. E non far rimpiangere le squadre del passato.