Maribor, 15 anni per un glorioso ritorno
Il Celtic Park è uno dei tempi del calcio europeo. Inaugurato nel lontano 1892, può ospitare fino a 60000 spettatori, che rappresentano l'autentico dodicesimo uomo in campo nelle gare interne dei Bhoys. Questa volta l'incessante sostegno dei biancoverdi non è bastato. Ieri sera il Maribor ha espugnato il glorioso stadio di Glasgow, staccando il pass decisivo per l'accesso alla fase a gironi della Champions League. Il gol vincente, valido per lo 0-1 finale, ha portato la firma di Marcos Tavares, trentenne attaccante brasiliano, autentica bandiera della compagine slovena. Per lui si è trattato del 125esimo gol con la maglia dei Vijoličasti, che indossa dal 2008. La storica qualificazione del Maribor si contrappone ad un momento a dir poco complicato per il calcio scozzese. Il Celtic attuale è solo un lontano parente di quello che abbiamo piacevolmente apprezzato nell'ultimo decennio, che lo ha visto spesso e volentieri nelle vesti di scomodo cliente delle grandi in Champions League, senza dimenticare la finale di Coppa UEFA persa nel 2002-03 contro il Porto di Mourinho ai supplementari. Alle difficoltà dei Bhoys si aggiunge il recente fallimento dei Rangers, che pian piano stanno imboccando la via della risalita, che denota come il calcio a Glasgow abbiamo vissuto momenti decisamente migliori.
Complessivamente il Maribor, seppur con tutti i suoi evidenti limiti, ha meritato la qualificazione. Nella gara d'andata ha risposto immediatamente al vantaggio scozzese di McGregor, offrendo una prova di coraggio, crescendo nella ripresa e sfiorando più volte il gol del vantaggio. Al Celtic Park, Vrsic e compagni hanno giocato in maniera intelligente, curando al meglio la fase di possesso palla, arrivando anche a dominare alcune fasi di gioco sul finire del primo tempo. Nella ripresa, dopo un primo periodo di sofferenza, gli sloveni hanno sfruttato a dovere una delle tante ripartenze concesse dal Celtic e su una di queste Tavares ci ha messo lo zampino decisivo. I biancoverdi, senza voler affondare il coltello nella piaga, hanno dimostrato una notevole pochezza tecnico-tattica. I due gol subiti nelle due gare sono entrambi nati da due svarioni difensivi decisamente evitabili. Inoltre, mentre a Maribor alcuni giocatori, su tutti Johansen e McGregor, avevano messo in mostra doti individuali interessanti che lasciavano presagire ad una gara di ritorno abbordabile, ieri sera nessuno, eccetto l'estremo difensore Gordon, si è praticamente salvato. Gli scozzesi hanno giocato a calcio i primi dieci minuti di entrambe le frazioni, per il resto è stato il Maribor a fare la partita. E sarebbe stato ingiusto se nel finale Handanovic non avesse compiuto quel miracolo decisivo su van Dijk.
L'accesso degli sloveni alla fase a gironi dista ben 15 anni dalla prima volta. Stagione 1999/2000, l'ultima del vecchio millennio. L'attuale allenatore Ante imunda era l'attaccante di quella squadra, che dopo l'inaspettato colpaccio a sorpresa nella gara d'esordio a Kiev (vittoria per 0-1 e gol decisivo, guarda caso, di imunda), incappò in una serie di quattro sconfitte consecutive, di cui due contro la Lazio vicecampione d'Italia di uno scatenato Simone Inzaghi. Chiuse il girone pareggiando a reti inviolate contro il Bayern Leverkusen, terminando in ultima posizione con 2 gol fatti e ben 12 subiti. L'obiettivo sarà quello di migliorare i numeri della precedente partecipazione e l'attuale Maribor, pur non avendo (soprattutto dal punto di vista fisico) le capacità per competere con le grandi d'Europa, potrebbe riuscire a togliersi la soddisfazione. "E' un grande traguardo per lo sport sloveno", ha dichiarato il tecnico dei Vijoličasti, segno che il grosso del lavoro è già stato fatto. Adesso si andrà alla ricerca di qualche, eventuale, ciliegina sulla torta.