Radio Radio, Tomasello: "Milan, basta con il mercato delle vecchie glorie"
Una cosa ormai sembra chiara a tutti: arrivati a questo punto della stagione, parlare di mercato rischia di essere un esercizio di stile inutile, a tratti perfino controproducente e dannoso.
Passiamo giornate intere a fare congetture, analizzare scenari, ipotizzare soluzioni, mentre dai piani alti di via Aldo Rossi, o meglio, dal bagno Roma di Levante a Forte dei Marmi, continuano a cambiare le carte in tavola e a dipingere nuovi orizzonti per il futuro rossonero.
Ecco perchè forse è arrivato il momento di attendere i movimenti ufficiali del Milan sul mercato prima di lasciarsi andare a bilanci e consuntivi.
Qualche considerazione su quanto successo finora però possiamo concedercela e perché no, anche una piccola indicazione per il futuro.
Partiamo da Balotelli, protagonista del terremoto che ha sconvolto la tiepida quiete agostana del tifoso milanista. Il fatto che Super Mario abbia salutato tutti e sia tornato nella perfida terra d'Albione, dove forse saranno più accondiscendenti nei confronti dei suoi imprevedibili sbalzi d'umore, non ha turbato granché i tifosi del diavolo. Malgrado un bottino tutt'altro che disprezzabile in un anno e mezzo di vita milanista, Balotelli non è mai riuscito a fare veramente breccia nei cuori rossoneri, complice un atteggiamento indolente e spesso irritante che ha coperto come un velo di polvere i suoi 30 gol complessivi in 54 partite.
Quello su cui ci si interroga è il prezzo a cui è stato ceduto l'attaccante al Liverpool. Va bene che il Milan ha ottenuto una plusvalenza di 4 milioni, va bene che non c'è mai stata la fila alla porta di Galliani per acquistarlo, ma 20 milioni per un centravanti di 24 anni, visti i prezzi di mercato in giro per l'Europa sembrano davvero pochini. Balotelli è stato valutato quanto un terzino di fascia media, quanto il Chelsea ha pagato Filipe Luis, il Barcellona Mathieu, il Manchester United Rojo. Se poi guardiamo le richieste che altre squadre fanno per i loro centravanti (Jackson Martinez, Destro etc. etc.) ecco che partono quotazioni dai 30 milioni in su.
Si potrebbe obiettare che Balotelli forse ha perso l'appeal che aveva fino a qualche tempo fa, ma allora perchè il Liverpool gli ha riconosciuto un contratto da top player, da 6 milioni di euro a stagione? Qualcosa non mi torna.
Capitolo sostituti. I nomi che si leggono accostati al Milan nelle ultime ore stanno catapultando i tifosi rossoneri sulle montagne russe delle emozioni. Si passa in fretta dall'espressione estatica del sogno ad occhi aperti, quando si legge di Jackson Martinez, Destro o addirittura Radamel Falcao, allo sguardo sbigottito e disperato, ove si ipotizza un futuro in rossonero per i brasiliani Fred, Jo e Damiao, ma anche per il quasi ex Samuel Eto'o ed il gran favorito delle ultime ore, il decadente Fernando Torres, detto "El Nino", misera controfigura del centravanti che segnava valanghe di gol quando era al Liverpool, ormai una vita fa.
L'altro giorno un importante quotidiano sportivo titolava «6 da Milan», elencando i nomi dei possibili nuovi centravanti rossoneri. E lì è scattata la domanda da un milione di dollari: ma cosa significa oggi "essere un giocatore da Milan"?
Se volessimo attenerci fedelmente alla sfilza di calciatori presi da Galliani nelle ultime sessioni di mercato (Birsa, Bojan, Constant, Didac Vilà, Essien, Gabriel, Honda, Matri, Mesbah, Mexes, Muntari, Niang, Nocerino, Poli, Rami, Salomon, Saponara, Silvestre, Taarabt, Taiwo, Vergara, Zaccardo, Zapata, solo per citarne alcuni), il ritratto del "giocatore da Milan" sarebbe sconfortante. Ma la gloriosa storia rossonera ci ricorda che il Milan è altro, magari anche guardando chi siede in panchina oggi, quella leggenda dell'area di rigore che risponde al nome di Filippo Inzaghi.
Allora forse sarebbe il caso di ridisegnare l'identikit ideale del giocatore da Milan: giovane, possibilmente italiano, di grandi prospettive, da prendere magari grazie a favorevoli congiunture di mercato. Con queste caratteristiche io vedrei bene Destro, Rabiot, van Ginkel, Lestienne, probabilmente anche Cerci e Jackson Martinez.
Tutto il resto, vecchie glorie, ex-calciatori superstipendiati, figurine sbiadite, nomi altisonanti del tempo che fu, ecco, lasciamoli andare in pensione comodamente a casa loro.