Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloternanaturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Tra Andreotti, i denti di Cissokho e Platini interista: storia di affari sfumati

Tra Andreotti, i denti di Cissokho e Platini interista: storia di affari sfumatiTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
martedì 21 gennaio 2014, 20:522014
di Gaetano Mocciaro

Vucinic-Guarin è solamente l'ultimo in ordine cronologico dei colpi di scena della storia del calciomercato. Sicuramente non il più clamoroso, spulciando nella storia.

Incalcolabili le trattative sottobanco saltate, ma è sufficiente vedere la punta dell'iceberg per farsi un'idea. I motivi visti sono tra i più disparati: dalla classica bocciatura alle visite mediche, al desiderio di restare nel posto amato. Da crack economici improvvisi, a motivi politici e persino razziali. Fino alle sommosse popolari.

Andando più indietro possibile con la memoria partiamo con Gigi Riva. "Rombo di tuono" era diventato il desiderio di Gianni Agnelli e la Juventus per 2-3 anni fece una corte serrata al Cagliari, facendo un'offerta irrinunciabile per i sardi. Fu incredibile, però, il "no" dell'attaccante che per scelta di vita decise di legarsi alla sua terra adottiva, la Sardegna. "Ma non ebbi il coraggio di incontrare l'Avvocato" ebbe modo di dire, anni dopo, Riva.

Andrà molto meglio alla Juventus qualche anno dopo. Siamo nel 1978 e ancora c'è il veto al tesseramento degli stranieri. Si parla di riapertura l'Inter si mosse in grande anticipo pescando un giovane talento del Nancy, tale Michel Platini. Sandro Mazzola lo porta a Milano, firma un contratto nell'attesa che le frontiere riaprono. Succederà nel 1980, due anni dopo. Il tempo per far cambiare idea al presidente Ivanoe Fraizzoli, non convinto dalla tenuta fisica del francese. Succede che nel 1982 entra in scena la Juventus, che approfitta del dietrofront ormai ufficiale dei nerazzurri e lo prende per un tozzo di pane. "E lui ci mise sopra il fois gras" disse Gianni Agnelli.

Evidentemente all'Inter dice male spesso in quel periodo, visto che una scena simile si ripete con Paulo Roberto Falcão. Siamo nel 1983 e il "Divino" è in procinto di lasciare la Roma. Il brasiliano è disponibile al trasferimento a Milano e la trattativa che prosegue da mesi va verso la fumata bianca. Fino a che non arrivò una telefonata a Fraizzoli: era Giulio Andreotti. «Ho ricevuto una telefonata da molto, molto, molto in alto; Falcão non possiamo più prenderlo. E non chiedetemi perché. Tanto avete capito» furono le parole della moglie del presidente nerazzurro, Renata.

1988, ancora Inter. Arriva Rabah Madjer, il "tacco di Allah". Il giocatore viene presentato alla stampa, si fa già immortalare con la maglia nerazzurra e firma autografi ai tifosi, prima di effettuare le visite mediche. Che daranno il loro esito sorprendente: una patologia muscolare di tipo traumatico, ossia un muscolo lesionato in seguito a un incidente di gioco, per giunta rimediato tre mesi prima, in un Murcia-Valencia. Il giocatore nel frattempo ebbe modo di ritornare in campo due mesi più tardi salvo poi avere una ricaduta. Arriva il comunicato del club dove si confermano le perplessità sull'integrità del calciatore. E con i precedenti poco rassicuranti di Hansi Muller e Rummenigge il club decide di rimandare il giocatore al mittente.

1989, il più grande di tutti sta per lasciare l'Italia. Parliamo di Diego Armando Maradona, che dopo aver trascinato il Napoli alla prima Coppa Uefa ha già deciso di andarsene. Ad attenderlo il Marsiglia dell'ambizioso presidente Bernard Tapie. "Avevo firmato per loro - dirà il Pibe de Oro - Ferlaino mi disse che se avessimo vinto la coppa Uefa mi avrebbe lasciato andare, ma alla fine impedì il trasferimento".

Sempre nel 1989 si verifica un trasferimento sfumato per chiara volontà dei tifosi: la neopromossa Udinese acquista Ronny Rosenthal, israeliano. Alla notizia dell'acquisto numerose le scritte sui muri antisemite e chiari messaggi da parte dei tifosi che invitano a desistere dall'acquisto. I bianconeri si rifugiano dietro la mancata idoneità fisica e rinunciano all'acquisto. Qualche anno più tardi, precisamente nel 1996, l'Hellas Verona dovrà dire addio a un affare praticamente concluso: Michael Ferrier. Olandese, in arrivo a parametro zero dal Volendam, ha per alcuni tifosi scaligeri un difetto intollerabile: è di colore. Da qui l'esposizione di un fantoccio nero con un cappio al collo in curva e la decisione della società di lasciar perdere.

I tifosi hanno un ruolo importante anche in altri affari sfumati. Tornando a Inter-Juventus è tornato in auge il precedente di Dejan Stankovic, mancato juventino per il veto esplicito dei tifosi bianconeri, così come hanno avuto un ruolo decisivo i tifosi del Livorno, notoriamente schierati a sinistra, contro Fabio Bazzani, ritenuto di estrema destra nonostante le smentite del giocatore. Sarà proprio Bazzani a tirarsi indietro.

Il più grosso dietrofront, però, causa sommossa popolare, rimane quello che ha visto sfumare il passaggio di Beppe Signori dalla Lazio al Parma. Siamo nel 1995 e Sergio Cragnotti annuncia ai giornali che è fatta per 25 miliardi e che quei soldi sarebbero stati reinvestiti per rendere la Lazio ancora più forte. Ma nessun tifoso biancoceleste vuole sentire ragioni: Beppe-gol, idolo e capocannoniere della Serie A per due anni consecutivi non si muove. Continuerà così la sua avventura nella capitale.

Parma protagonista sul fronte affari sfumati: sempre nel 1995 Luis Figo, all'epoca con lo Sporting Lisbona, firma sia per la Juventus (disdicendo, ma senza successo) poi col Parma. Ne nasce un caso che costringe la UEFA all'intervento: invalidati entrambi i contratti Figo firmerà per il Barcellona. Nel 1997 c'è un Roberto Baggio libero, Tanzi lo prende al volo ma trova il "no" di Carlo Ancelotti, all'epoca allergico ai numeri 10 (indicativa la cessione di Zola al Chelsea qualche mese prima). Con buona pace della proprietà Baggio torna libero, per poi accasarsi al Bologna. Nel 2003 c'e l'accordo con Cristiano Ronaldo. Poi Alex Ferguson lo vede in amichevole e propone allo Sporting Lisbona una cifra di 17 milioni di euro, decisamente troppi per un club travolto dal crack Parmalat.

Non solo il Parma ha visto sfumare affari quasi chiusi per problemi societari: la Fiorentina di Cecchi Gori nel 2000 apre la campagna acquisti estiva col botto: Dejan Stankovic, Sinisa Mihajlovic, Daniel Andersson e Marco Marchionni. Poi salta fuori l'enorme buco societario e salterà tutto. Negli anni altri papabili viola sceglieranno altre strade: Vidic sembrava fatto nel 2006, prima che intervenisse il Manchester United. Per non parlare di Berbatov, protagonista della telenovela dell'estate 2012: il bulgaro flirta con i viola, che gli pagano il volo e lo aspettano per le visite mediche e la firma del contratto. Non arriverà mai, poiché a soffiarglielo è la Juventus, scatenando così un caso diplomatico tra i due club. Prima dell'ennesimo colpo di scena: Berbatov resta in Inghilterra e va al Fulham. Un deja vu, quello dell'attaccante, che una decina d'anni prima anora sconosciuto trovò l'accordo col Lecce salvo poi avanzare all'ultimo qualche pretesa di troppo mandando in fumo tutto.

Sempre nel 2000 uno dei giocatori più forti del decennio, Zlatan Ibrahimovic, si rende subito protagonista. Lo svedese a 19 anni è praticamente un giocatore dell'Arsenal, ma Arséne Wenger prima di tesserarlo vuole provinarlo. Il giovane Zlatan già allora mostra una grande considerazione di sé e rifiuta la proposta, dichiarandosi troppo forte per sostenere provini. Si accaserà subito dopo all'Ajax.

Anche Genoa e Cagliari hanno la loro storia da raccontare: nel 2005 il Grifone torna in Serie A e costruisce uno squadrone: Abbiati, Oojer, Parisi e soprattutto uno sconosciuto Ezequiel Lavezzi. Poi arriva lo scandalo della partita col Venezia di qualche mese prima e la retrocessione a tavolino in C1. Saltano tutti gli affari e quell'argentino sconosciuto diverrà prima idolo a Napoli e poi del Paris Saint-Germain. Il Cagliari ha invece il giallo di Davide Astori, preso praticamente dallo Spartak Mosca. Il giocatore sta per prendere l'aereo per Mosca dove avrebbe sostenuto le visite mediche e firmato il contratto. Ma arriva una chiamata: è Cellino, che ha cambiato idea e vuole che resti in Sardegna. In Russia tornano solo i dirigenti dello Spartak, inferociti.

Tra le protagoniste degli affari sfumati anche il Milan: come non ricordare quanto accaduto nel gennaio 2012? Adriano Galliani fotografato con Carlos Tevez e l'agente, l'accordo trovato e un Pato che prende la via di Parigi per 35 milioni di euro. Manca solo l'ufficialità quando incredibilmente arriva il no di Silvio Berlusconi. Rossoneri che ci hanno abituati anche negli anni precedenti ai colpi di teatro, come la cessione di Kakà al Manchester City nel gennaio 2009 per una cifra record, salvo poi vedere il brasiliano fare retromarcia e salutare il pubblico in delirio sotto casa sua, battendosi le mani sul petto e mostrando orgoglioso la maglia rossonera numero 22. Andrà via sei mesi dopo, al Real Madrid, nell'estate che ha visto sfumare Aly Cissokho. Preso per 15 milioni di euro, l'affare salta incredibilmente per un problema ai denti che comprometterebbe la postura.