Verona, Toni: "Da calciatore solo qui. Nazionale? Scelte strane"

L'attaccante del Verona Luca Toni, autentico protagonista della splendida stagione degli scaligeri, ha parlato oggi pomeriggio in conferenza stampa. Queste le dichiarazioni riportate dal sito ufficiale del club: "La mia mancata convocazione in Nazionale? Ha fatto delle scelte per certi versi inaspettate. La mia assenza era già nell'aria, magari sono rimasti a casa dei calciatori che hanno svolto l'intero biennio con Prandelli, come Gilardino, attaccante che io conosco. Decide l'allenatore, ha fatto le sue scelte. Io capocannoniere? Ci proverò, tutti noi abbiamo fatto un campionato stupendo, una cosa eccezionale. Vedremo cosa succederà contro il Napoli, sarà una partita triste perché a porte chiuse e stupisce che nel 2014 accadano ancora fatti come questo. Ci tengo a fare bene, a fare gol, me la voglio giocare fino alla fine. Vincere la classifica dei cannonieri sarebbe la ciliegina sulla torta di un'annata fantastica. Dispiaciuto per aver fatto calciare i rigori a Jorginho? E' stato giusto così, non tornerei indietro. Ci ha dato qualità, sono contento per il salto che ha fatto. Il gol che non avrei voluto sbagliare? L'ultimo, quello salvato sulla linea da un difensore dell'Udinese nella giornata di sabato. Ma questo è il calcio, sono episodi che capitano. Il gol più importante? Sicuramente quello contro il Chievo. Ci tenevo particolarmente perché si trattava di un derby e all'andata avevamo perso male. Quella rete è stata decisiva. Il mio rapporto con Mandorlini? Ci stuzzichiamo spesso, c'è un rapporto di amore e odio (ride, ndr). Con lui la società è quasi alla firme e gli farebbe piacere che io rimanessi, ma parlerò con la mia famiglia e con la società per capire le intenzioni in vista della prossima stagione. Vorrei fare qualcosa di bello, abbiamo festeggiato talmente poco che nemmeno noi ci rendiamo conto di cosa è successo. Anche con l'Udinese, a fine partita, eravamo rammaricati per il pareggio, ma io credo sia giusto festeggiare. Abbiamo fatto qualcosa di eccezionale, magari Mandorlini sta festeggiando poco ma pian piano si sta prendendo. La cosa più bella di Verona? C'è tanta passione verso i colori dell'Hellas, questa è una città che ti lascia vivere in maniera serena. Il mio futuro? Dovrò parlarne con la società e capire cosa abbiamo intenzione di fare. Qui c'è tanta aspettativa, vorrei comprendere i programmi della società perché mi piacerebbe concludere la mia carriera in crescendo. Se smetto lo farò a livelli alti.
Se accetterei un biennale? Non è una questione di anni, ma è un discorso che va oltre. Ringrazio il presidente per la fiducia che ha riposto in me. Un futuro da calciatore fuori da Verona? Non mi vedo in un'altra squadra, se continuerò lo farò qui. Moras e Romulo in Nazionale? Abbiamo fatto una stagione straordinaria dopo anni di sofferenza. Il fatto che ci rammarichiamo per aver pareggiato 3-3 a Roma contro la Lazio vuol dire che siamo diventati una squadra importante in Serie A. Iturbe? Se firma lui lo faccio anch'io (ride, ndr). E' uno dei pochi calciatori che salta l'uomo, l'averlo in squadra è una fortuna, non vedo in giro attaccanti come lui. Deve capire che è forte, se manterrà il giusto atteggiamento arriverà nelle squadre più grandi. Io ho giocato con Ribery e non era forte come adesso. Era sempre il primo ad arrivare all'allenamento e l'ultimo ad andarsene, se Iturbe avrà lo stesso atteggiamento diventerà un grandissimo. Un mio erede in Italia? Gli attaccanti d'area non vanno più di moda. Ci sono dei giovani bravi, come Gabbiadini e Zaza. Bisogna dargli tempo e credere nelle loro qualità, senza prendere stranieri che magari costano meno. Diamo la possibilità a questi giovani di esprimersi, io in Serie A ci sono arrivato a 23 anni dopo tanta gavetta. L'Italia ai Mondiali? Il bel gioco non basta più, bisogna vincere. Per farlo occorre essere forti ed avere un grande gruppo, come nel 2006 in Germania. Le favorite? Vedo bene Brasile e Uruguay. Io tra i migliori 10 cannonieri del mondo? Bello arrivare in una piazza come questa e rimanere nella storia. Se ho fatto così il merito va anche condiviso con una squadra che gioca per me. Qui sto bene, vivo alla grande e questa serenità la porto anche sul campo. La tournèe in Brasile? Sarà bello, il marchio del Verona sta diventando internazionale. L'emozione più grande al Bentegodi? C'è grande voglia di incitare la squadra e di starti vicino. Quest'anno sono successe cose belle, è un pubblico che dal primo minuto al novantesimo ti aiuta molto".