Carlo Nesti: "Il 4-3-3 sensato di Juve e Roma"
Stiamo alla larga dai pompieri, peraltro in buona fede, che gettano acqua sul fuoco dei cosiddetti "facili entusiasmi"! Per carità: dopo 90 minuti di Champions League, niente trionfalismi, ma non era affatto facile rimediare 4 punti su 6 contro la squadra più forte, e contro la squadra più dispendiosa d'Europa, almeno alla luce della scorsa stagione e dello scorso mercato. Per la Juventus, contro il Manchester City, può essere stato il successo della svolta, quello che restituisce l'autostima e la sicurezza perdute. Di vecchio, c'è la conferma della dubbia anagrafe di Buffon, se è vero che, dall'inizio della precedente annata, il rendimento è pari al 2006 mondiale. Di nuovo, c'è la scoperta del tridente Cuadrado-Mandzukic-Morata, che legittima, senza correre rischi, 3 punte, e che non mortifica Dybala ed Hernanes, perché gli impegni da affrontare saranno tanti. Per la Roma, contro il Barcellona, era troppo bruciante il ricordo del cappotto di 12 mesi fa contro il Bayern, per pensare di gonfiare il petto, e azzardare la spavalderia. Florenzi è stato il simbolo di questo atteggiamento, e cioè tanta sana umiltà, ma senza rinunciare alle ambizioni di chi sa di potere crescere. Dal suo piede generoso, non a caso, è scaturito uno di quei gol che, in genere, si "sognano", ma non si "segnano". Il minimo comun denominatore di Juventus e Roma è costituito da un 4-3-3 sensato, realistico quando i Cuadrado, Morata, Salah e Iago Falque, se necessario, lo trasformano in un 4-5-1.
("EDITORIALE" PER RADIO SPORTIVA)