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Favini e l'addio all'Atalanta: "A tutto c'è una fine. Bonaventura..."

ESCLUSIVA TMW - Favini e l'addio all'Atalanta: "A tutto c'è una fine. Bonaventura..."TUTTO mercato WEB
© foto di Alberto Mariani/TuttoAtalanta.com
giovedì 25 giugno 2015, 16:552015
di Lorenzo Marucci

Mino Favini, talent scout di valore assoluto, lascia l'Atalanta dopo una vita passata scoprire giovani. Ventiquattro anni in cui - da responsabile del settore giovanile nerazzurro - ha preparato e sfornato talenti per la prima squadra. "Credo di aver dato qualcosa all'Atalanta - dice a Tuttomercatoweb.com - così come la stessa Atalanta ha dato tanto a me. Però tutte le cose, anche le più belle finiscono. La società ha preso un altro indirizzo, programmando probabilmente cose diverse da ciò che abbimao fatto finora e io accetto serenamente".

Quali sono i ricordi più belli?
"Non solo vittorie o gli scudetti, che sono in effetti tanti, ma i giocatori portati avanti. Stamattina un giocatore della Primavera mi ha mandato un messaggio e mi ha commosso dicendomi che è cresciuto grazie ai miei consigli..."

A chi si sente più legato tra i giocatori che ha scoperto e lanciato?
"A tutti, anche a chi non ha sfondato. Per restare all'attualità sono felice peer Bonaventura: non era un ragazzo su cui la società riponeva grandi speranze o aspettative. Io invece sapevo che aveva un potenziale tecnico inespresso di prima qualità. Sono ugualmente legato a Sportiello, Baselli e Zappaccosta: giocatori che - Zappacosta a parte - sono arrivati in nerazzurro quasi da bambini e poi sono cresciuti nel tempo".

Quali sono stati i suoi segreti per scoprire tanti talenti?
"Intanto ad ogni stagione di fronte ai ragazzi ho sempre detto che se io avessi rivolto loro una parola maleducata, erano autorizzati a fare altrettanto con me. Prima di tutto insomma il comportamento, con l'obiettivo di aiutare i ragazzi a crescere con buoni esempi. Dal punto di vista tecnico opto per la selezione, l'abilità tecnica, le qualità naturali che un bambino deve avere per diventare un calciatore. Certo, poi occorre spirito di sacrificio..."

Adesso per lei il ritorno al Como. Da che tipo di lavoro è atteso?
"Domani mi incontrerò col presidente. Torno tra i miei ragazzi che ora sono dirigenti: Galia, Fontolan Centi. Li ho visti crescere e ora sono uomini".

© Riproduzione riservata