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Udinese, B.Fernandes: "L'Italia è l'inizio del mio percorso"

ESCLUSIVA TMW - Udinese, B.Fernandes: "L'Italia è l'inizio del mio percorso"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
martedì 17 marzo 2015, 18:412015
di Gaetano Mocciaro

Tra i talenti più interessanti della Serie A da un paio d'anni si sta distinguendo Bruno Fernandes. Arrivato nemmeno maggiorenne al Novara, il fantasista portoghese sta confermando le attese riposte nei suoi confronti. Ai microfoni di Tuttomercatoweb il giovane talento si racconta:

Dopo il primo anno di apprendistato stai giocando con maggiore continuità. Come valuti il tuo cammino all'Udinese?

"Dopo il primo anno, il secondo è sempre più difficile perché bisogna confermarsi. Sono contento dello spazio che finora il mister mi ha dato. Lavoro ogni giorno per migliorare e per mettere in difficoltà l'allenatore. Adesso spero di trovare più continuità nel mio gioco".

Hai giocato esterno di centrocampo, trequartista, seconda punta: dove ti trovi meglio?

"Pur di giocare farei anche il portiere... (ride, ndr). Scherzi a parte mi trovo bene ovunque e sono pronto a fare quello che sarà meglio per la squadra e quello che mi chiederà di fare il mister. Sono giovane e per me giocare in diversi ruoli è importante perché posso fare esperienza".

Sei di Maia, vicino a Oporto e al mare Dell'Italia hai visto Novara e Udine, due città diverse dalla tua. Come ti trovi? Ti manca il Portogallo?

"Il Portogallo mi manca come manca il proprio paese a tutti i calciatori stranieri. Però a Udine, ma anche prima a Novara, sono stato molto bene anche perché sono stato accolto bene e ho un buon rapporto con i tifosi. L'Udinese è una società molto organizzata che ci fa sentire a casa anche se siamo lontani dalle nostre famiglie e dalle nostre città e abitudini".

Quali giovani talenti portoghesi consiglieresti per la Serie A? C'è qualche giocatore del tuo Paese sul quale scommetteresti?

"Ci sono tanti giovani interessanti in Portogallo, basta vedere che l'Under 21 si è qualificata per l'Europeo e l'Under 20 per il mondiale. Se dovessi scommettere su qualcuno sicuramente lo farei su Gonçalo Paciencia che ha già esordito con il Porto. E' un attaccante forte fisicamente e molto bravo tecnicamente".

Si parla di una Serie A vista come campionato di passaggio. Qual è il tuo obiettivo? Restare a lungo in Italia o trasferirti in futuro in campionati come Spagna o Inghilterra?

"L'Italia rappresenta per me l'inizio del percorso come calciatore professionista. Sono contentissimo di essere arrivato qui e credo che per qualsiasi giovane arrivare in un campionato come quello italiano è sempre un sogno. Adesso continuo a sognare, voglio fare bene in Italia".

Che opinione ti sei fatto del calcio italiano? Credi ci siano davvero troppe polemiche? Trovi differenze col calcio portoghese?

"E' un calcio molto tattico dove si studia tantissimo la squadra avversaria. Credo che si parla troppo fuori dal campo ma le polemiche ci sono sempre in tutti i campionati e sono normali. L'importante è non farsi condizionare".

Credi di essere pronto per la nazionale maggiore portoghese?

"Adesso penso a far bene all'Udinese per potere ambire alla Nazionale Under 21 per gli Europei. Solo facendo bene nel club si può sperare poi di fare il salto nella Nazionale maggiore che è il sogno di ogni calciatore".

Qual è il giocatore dell'Udinese che ti ha colpito maggiormente e sul quale prevedi un grande futuro?

"Il giocatore che mi ha colpito di più è Danilo per la grinta e la determinazione che mette in ogni allenamento e in ogni partita. E' un giocatore 'di squadra'. Poi tra i giovani mi ha impressionato molto Zapata, ha tutte le qualità e anche la testa per esplodere. Gli serve tempo per ambientarsi nel calcio italiano ma in allenamento fa vedere di avere numeri importanti e quando viene chiamato a giocare per la Primavera lo fa con il massimo impegno, questo vuol dire essere determinati e concentrati al cento per cento".

Si parla di un addio di Totò Di Natale, verso gli Stati Uniti. Cosa ne pensi?

"Totò è un grande campione, non sappiamo cosa farà in futuro. Lasciando da parte il caso Totò, in generale, penso che sia normale che un giocatore dopo tanti anni in una squadra abbia il desiderio di provare una nuova esperienza. Lo sviluppo e il cambio di mentalità del calcio negli Stati Uniti può essere uno stimolo per molti, già in tanti sono partiti e vedrete che tanti altri lo faranno".

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