Fiorentina, Bucchioni: "Il gioco che non c'è"
Mi piacerebbe chiedere cosa passa nella testa di un giocatore esperto come Gonzalo Rodriguez quando decide di fare entrate in scivolata tanto violente quanto inutili, nella metà campo avversaria. Inevitabile l'espulsione, evitabilissimo tutto il resto. E' chiaro che in dieci, senza Gonzalo, con la sfortunata, contemporanea uscita di Astori per infortunio, abbia cambiato il corso della partita, ma non è e non può essere tutta qui la sconfitta della Fiorentina.
Una brutta serata per molteplici ragioni. Non ne è andata bene una, sul gol del pareggio anche Sepe ci ha messo parecchio del suo. E l'arbitro non ha visto neppure un rigore su Kalinic che poteva dare ai viola un pareggio tutto sommato meritato. E se è vero che questi episodi hanno pesantemente condizionato la gara, di questa partita però ci è piaciuto poco, anzi pochissimo.
Intanto continuiamo a non ritrovare quella bella Fiorentina vista in precampionato e all'esordio in campionato contro il Milan. Non capiamo questa involuzione nella mentalità, ma anche nell'intensità, nella tattica e nelle scelte di Paulo Sousa.
E pensare che il gol dopo quattro minuti aveva messo le cose su un piano giusto contro il Basilea che è pur sempre una squadra importante, organizzata e forte tecnicamente e fisicamente. La Fiorentina però, stranamente, come già era successo con il Torino, invece di continuare a giocare come sa o come dovrebbe sapere, ha gradualmente smesso di attaccare, abbassando la linea di difesa, con poco pressing, pensando solo a gestire la partita. Errore grossolano.
Le gare vanno gestite, ma non all'infinito. La gestione serve per rifiatare, per rimettere insieme le idee, per spuntare le armi degli avversari, ma deve essere un modo occasionale nel quadro di una prestazione globalmente diversa.
Le partite vanno chiuse, gestire l'uno a zero segnato dopo quattro minuti sarebbe impossibile anche per il Barcellona. Prima o poi il gol lo prendi e come a Torino è successo così anche ieri.
Come mai la Fiorentina smetta di giocare quando va in vantaggio è una delle domande che Sousa deve farsi e fare ai giocatori.
Ma anche il gioco non è mai apparso brillante, intenso, vivace e organizzato, almeno nella fase offensiva. Fino all'espulsione di Gonzalo e al cambiamento della difesa, la Fiorentina non aveva mai sofferto e questo è vero. Ma non era mai stata neppure aggressiva, intensa, pericolosa, ad eccezione di un contropiede finito con un palo di Kuba.
La Fiorentina non può essere questa, l'avevamo detto anche dopo la vittoria sofferta con il Genoa. Il carattere, il saper soffrire va bene, ma senza gioco offensivo, senza aggressività, senza intensità, non si va lontani. E quando arrivano gli episodi negativi come quelli di ieri sera sei spacciato
E qui chiamo in causa certe scelte di Paulo Sousa che probabilmente non abbiamo capito, ma sicuramente lasciano molte perplessità. Il modulo, ad esempio. Questo 3-4-2-1 avrebbe bisogno di due esterni di grande qualità e di grande corsa che in questo momento la Fiorentina non ha. Ci è sembrata azzardata la scelta di Kuba che ha fatto benino, ma non ha ancora la brillantezza e la resistenza. Anche Alonso non è il massimo. Soprattutto, però, quando i centrocampisti sono solo due, uno non può essere Borja Valero. Sousa infatti aveva scelto Badelj e Vecino dall'inizio, quando Vecino si è fatto male, ci saremmo aspettati Suarez. Borja Valero è bravo, ma non sta in zona, non è da posizione, è portato a muoversi molto e mette in difficoltà il reparto: quello non è il suo ruolo. Ma anche Mati e Ilicic ci sembrano una coppia di mezze punte entrambe troppo compassate. Questa squadra non ha chi sappia cambiare passo e ritmo. E allora forse è meglio il 4-2-3-1 visto anche il gran numero di mezze punte a disposizione che possono portare la qualità tecnica più vicina alla porta avversaria.
Poi, nel secondo tempo quando Sousa ha optato per le due punte, non abbiamo capito perché stavano uno a destra (Kalinic) e una a sinistra (Baba). Non era meglio cercare il dialogo, l'uno due accentrandole?
Ci sembra eccessivo anche il turn over. E' vero che motivare il gruppo e giocare ogni tre giorni impone delle scelte e delle rotazioni, ma cambiare sette giocatori a partita è un eccesso che impedisce di trovare intesa, armonia e assetto stabile alla squadra soprattutto in inizio stagione. E se Rossi va usato con cautela, uno come Bernardeschi, ad esempio, in panchina ieri sera poteva far comodo.
Dalla sconfitta nella semifinale con il Siviglia, l'Europa League riparte con un altro ko. Meno amaro, ma comunque da analizzare in profondità e in fretta perché questa squadra ha valori, esperienza e carisma superiori a quello che abbiamo visto ieri, con il Genoa e anche con il Toro. Riflettete gente, riflettete.