Il pallone, sempre più sgonfio. Che tristezza il calcio italiano
Dieci anni fa, di questi tempi, c'erano le prime fasi di Calciopoli. "Punizioni esemplari". "No ai tarallucci e vino". "Juventus da radiare". Volendo astenersi completamente da qualsiasi giudizio di merito, è evidente che non sia andata così. Né per i bianconeri, né per le altre squadre coinvolte. Con meccanismi ancora, a dieci anni di distanza, da definire del tutto, finiti in una melma complicata da togliere. La giustizia sportiva, in quel caso, ha fallito sotto ogni punto di vista. Volendo arretrare di qualche (mica tanti, eh) anno c'erano i passaporti falsi, i rolex regalati agli arbitri, la Parmalat che falliva e la Cirio pure. Insomma, fare calcio in Italia, da quasi 15 anni, è roba per avventurieri.
Lo si è visto pure con Scommessopoli, il giro di partite truccate - o quasi - gli arrestati, Last Bet, i punti di penalizzazioni e le mancate squalifiche di più di un personaggio (e più di una squadra).
Poi è toccato al Parma di Ghirardi, escluso dall'Europa League per un'inadempienza finanziaria molto piccola, che poi però decide di non tirare più fuori i soldi per fornitori e calciatori, dipendenti ed erario. Così il debito sportivo si innalza, si consuma una farsa totale causa diritti televisivi, infine nelle varie aste giudiziarie non arriva un compratore. In Lega Pro si vendono le partite, ci si accorda fra calciatori, e poi si scommette perché non ci sono più i soldi per tirare a campare. E in Serie B? Il Catania pare comprare gli avversari per non finire in terza serie, con il presidente Pulvirenti che parlerebbe al telefono per discuterne. Le intercettazioni non avrebbero insegnato niente, insomma, e chissà se si potrà usare il presente nei prossimi giorni. Il calcio italiano è una tristezza infinita, assomiglia sempre più al wrestling. Il nostro pallone è sempre più sgonfio e questo continuo calo di credibilità, prima solo sportivo, ora anche giudiziario, potrebbe davvero non fare bene alla nostra immagine. Quella che poi porta i soldi per continuare a mandare avanti un baraccone sempre più truccato.