Inter, doppio colpo da favola. Ma senza italiani

Prima Kondogbia, adesso Imbula. L'Inter che si rifà il centrocampo ha il volto transalpino di chi giocava in Ligue 1 fino alla scorsa stagione, del miglior volante difensivo - c'è chi riesce a sostenere che a Siviglia giocasse male, ma era finito nel mirino del Real Madrid ed è stato preso a clausola rescissoria, 20 milioni di euro, con guadagno del 500% in una stagione - e di una mezz'ala in grado di fare il regista sia in un centrocampo a tre che a quattro. Insomma, il doppio colpo è ampiamente promosso perché dà sia qualità sia, soprattutto, solidità a una mediana che finora non aveva grossi problemi di inventiva, molto di più nella fase di contenimento degli avversari, spesso in grado di andare a recuperare il pallone fra le linee.
C'è però un altro aspetto che va sottolineato. Come l'Inter rischi di avere una rosa ristretta a causa dei pochissimi calciatori che sono cresciuti tra le sue fila. Il regolamento dice che almeno quattro - non under 21 - debbano essere maturati nella squadra di appartenenza, altrimenti non potranno essere inseriti tutti e venticinque.

Al momento l'Inter ha Marco Andreolli, Joel Obi, Davide Santon e Tommaso Berni. Gnoukouri non ha problemi, mentre Donkor potrebbe essere utilizzato per il serbatoio. Peccato che almeno un paio - escluso il portiere - potrebbero pure lasciare la Pinetina. Santon quasi certamente, con il Watford sulle sue tracce, Obi è sempre ricercato da altre squadre. Ecco perché l'acquisto di Marco Benassi, riscattato dal Torino, sarebbe potuto essere - in un certo qual senso - strategico. Pur avendo un grosso serbatoio dal quale attingere l'Inter non riesce a crescere italiani di livello, se non perdendoli successivamente.