La spada di Damocle. Di nome José Mourinho
José Mourinho è l'uomo del momento. Eppure non allena, non esordisce in conferenza stampa insultando i propri giocatori - chissà quante volte l'avrebbe voluto fare nell'ultimo periodo - chiedendo nuovi acquisti, di fatto è disoccupato. Ma è altresì una Spada di Damocle sul capo di chiunque, traballante, rischia un pochino il posto. Come Louis van Gaal, insomma, o Rafa Benitez. Certo, sarebbe una retromarcia assurda quella di un ritorno di José sulla panchina del Real Madrid: e pure la conferma che Florentino Perez non è più totalmente padrone del proprio club. Perché Jorge Mendes è il burattinaio di Mourinho, l'uomo che ne cura gli interessi, il proprietario della formazione più costosa al mondo, forse anche di più degli stessi Galacticos.
Mendes vorrebbe prendere possesso del Real, e mettendo José Mourinho - soprattutto in un momento delicato come questo - come allenatore rischia di farlo quasi completamente. L'idea di Perez sarebbe quella di puntare su Zidane, ma è ancora presto. Invece non lo è più per van Gaal, che ieri in conferenza stampa è esploso contro i giornalisti, chiedendone le scuse. Avrà vita breve, l'olandese, dopo l'eliminazione in Champions. E questo suo sbottare è la cartina tornasole di un malessere più diffuso.