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Mercato a due velocità: in alto acquisti, in basso piangi

Mercato a due velocità: in alto acquisti, in basso piangi
venerdì 3 luglio 2015, 07:152015
di Andrea Losapio

Il calciomercato estivo parte da Kondogbia, Dybala, Mandzukic, Khedira, Bertolacci, Bacca, Martin Montoya, Miranda, Iago Falque, Pepe Reina e Valdifiori. E rimane una priorità per tutte le squadre di vertice, impegnate in meeting e acquisti, ambizioni rilanciate e ingaggi da Paperone. In netta controtendenza rispetto agli anni passati, quando le big nicchiavano, cercando di massimizzare le cessioni per poi puntare su giocatori in offerta. Stavolta i saldi non li cerca nessuno, se non le piccole.
Perché se è vero che Inter, Milan e Juventus si stanno muovendo con celerità - ed esagerazioni - sono le piccole a destare qualche perplessità. L'Atalanta ha riscattato le comproprietà, confermato Pinilla e acquistato il solo Kurtic, ma solo perché Carmona, Baselli e Cigarini sono di fatto sul mercato e il solo Migliaccio non può essere abbastanza. Il lavoro è soprattutto in uscita, ma la rosa è tutt'altro che fatta, perché almeno in dieci sono in partenza. Il Carpi ha finalmente vibrato il primo colpo con Wilczek, capocannoniere del campionato polacco ma Carneade ad alti livelli.

La Fiorentina, con molta calma, ha ufficializzato Paulo Sousa, prelevato Ianis Hagi - figlio di - e prelevato Bittante dall'Avellino più che altro per inserirlo in altre conversazioni, forse con l'Atalanta proprio per Baselli. Il Frosinone, alla prima in Serie A, non ha ancora fatto nemmeno finta di muoversi, la Lazio è praticamente ferma agli svincolati bloccati già da febbraio scorso. In mezzo ci sono molte società che si sono mosse con la consapevolezza che un campionato a venti squadre concede più di una possibilità, a tutti, per salvarsi. Eccezion fatta per la Sampdoria, che sta provando ad alzare ulteriormente l'asticella dopo un'annata comunque di grazia.
I ricchi spendono, i piccoli tentano di vendere prima di comprare. Anche questo è causato dalle liste bloccate a venticinque giocatori: inutile averne troppi, meglio pochi ma di qualità. E le alternative diventano sempre tali.