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Milan, Bonaventura: "Con Miha rapporto speciale. Pronto per la Nazionale"

Milan, Bonaventura: "Con Miha rapporto speciale. Pronto per la Nazionale"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
martedì 29 dicembre 2015, 12:542015
di Lorenzo Di Benedetto

Giacomo Bonaventura, centrocampista del Milan, ha parlato ai microfoni di Premium Sport: "Il mio esordio in Serie A a 19 anni? Avevo 180 pulsazioni a riposo, ma poi, appena entrato in partita, ho giocato con tranquillità. Avevo sempre sognato quel tipo di palcoscenico, è un ricordo indelebile. Dei 4 anni con l'Atalanta la più grande emozione è la doppietta a San Siro contro l'Inter. Il gol più bello? Anche quello contro l'Inter, quella volta in casa, di testa. Da giovane ero molto emotivamente coinvolto, ora la tensione la gestisco meglio: penso sia un processo che fa parte della crescita di un calciatore. Separarmi dall'Atalanta è stato difficile perché è la squadra che mi ha cresciuto ma la carriera di un calciatore è corta e bisogna cercare di raggiungere le ambizioni: una chiamata di una società importante come il Milan non poteva essere rifiutata. Il mancato trasferimento all'Inter? La situazione è stata surreale: ero venuto a Milano per trasferirmi all'Inter, ma loro dovevano cedere un giocatore e questa cessione non si è concretizzata. Ho aspettato tutta la giornata, poi la sera è arrivata la telefonata di Galliani che mi convocava a Casa Milan. E' stato il momento più emozionante della mia carriera calcistica: dopo tanti anni di sacrifici in provincia questa chiamata è stata la più grande gratificazione. Ed è vero: al momento della firma mi sono emozionato molto. Mihajlovic? Con lui ho un bel rapporto, forse non ne ho mai avuto uno simile con un allenatore specialmente dal punto di vista umano. Certo, quando c'è da spronare la squadra sa anche essere cattivo: ha grandi qualità come persona e a livello tattico cerca di darci la sua impronta.

Il lavoro che stiamo facendo è giusto e penso porterà a dei risultati: pensavamo di fare qualcosa di più, ma siamo veramente uniti e lottiamo assieme per ottenere il massimo. Sono un giocatore importante: i tifosi guardano l'atteggiamento, il modo in cui uno sta in campo e io sono così. Ma io non lo faccio per attirare simpatie, semplicemente per aiutare la squadra. Non è importante per me essere considerato un leader, mi interessa dare il giusto esempio alla squadra.Le ultime partite abbiamo giocato bene, mettendo sotto anche squadre importanti. Penso ci voglia tempo, il mister è arrivato da pochi mesi. I risultati stanno cominciando a vedersi, ma non è facile, l'unica cosa in cui credo fortemente è la voglia di lottare e di migliorarsi e queste caratteristiche fanno parte di questo gruppo. Sono fiducioso. Non è vero che ci sono pochi giocatori di personalità: qui c'è gente che ha vinto, che ha giocato in grandi squadre e sa come ci si deve comportare. A volte la mancanza di vittorie fa sì che le critiche riguardino qualsiasi aspetto: la poca personalità, l'allenatore, i dirigenti. Quando invece si vince si diventa tutti bravi: sono i risultati a spostare le opinioni e noi dobbiamo concentrarci sul campo per ottenerli. La Nazionale? Mi sento pronto per giocare titolare, anche perché sono un po' di anni che i miei rendimenti sono buoni. Voglio convincere il mister e diventare un giocatore importante anche per la maglia azzurra, per la quale darei il massimo".