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Neto, prolungare contratto o salutare cammello. E non è la prima volta

Neto, prolungare contratto o salutare cammello. E non è la prima voltaTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 26 febbraio 2015, 07:152015
di Andrea Losapio

Oggi Norberto Neto potrebbe tornare a difendere la porta della Fiorentina. Non è mai successo nel 2015, poiché dopo il pari contro l'Empoli a fine 2014, nell'ultima sfida dell'anno, c'è stata la rottura definitiva con i viola. Il brasiliano non voleva rinnovare il contratto, arrivato alla naturale scadenza, rifiutando un ingaggio corposo - intorno al milione e mezzo di euro - per poi trovare un accordo con la Juventus. Di fatto questa stagione è solo l'anticamera per il posto da vice Buffon che andrà a occupare da inizio luglio. Neto così è stato destituito, privato di ogni potere, esautorato dai suoi compiti. Tatarusanu al suo posto sta facendo bene, tocca ammetterlo, ma dopo l'infortunio capitatogli contro il Torino Neto è stato nuovamente proiettato come possibile titolare. Dopo che i fischi del Franchi lo avevano bersagliato al rientro dalle vacanze natalizie, proprio per la sua intenzione di non volere rimanere.
Neto ha passato un periodo complicato. Prima di diventare un portiere di livello - con qualche svarione di troppo, ancora - ha raccolto più di qualche insufficienza, qua e là per i campi del Belpaese. La Fiorentina ci ha creduto fino in fondo, facendolo progredire lentamente fino a ora.

E, quando finalmente ha trovato un portiere per il futuro, è rimasto con un palmo di naso. Mettendolo fuori rosa. Ora, delle due l'una: se credi in un giocatore tocca prolungargli il contratto al momento giusto, soprattutto se giovane. Perché in molti aspettavano solo la scadenza di Neto per poi puntare su qualcun altro (Consigli, fino all'anno scorso). E la mancata fretta di rinnovo è cartina tornasole in questo senso. Così, se poi arriva una società più blasonata - o che può offrire di più, forse non solo economicamente - della tua, tocca abbassare la testa. Il Borussia ha utilizzato Lewandowski per un anno, pur sapendo che sarebbe finito al Bayern a parametro zero: è il professionismo, baby, e pare che in pochi l'abbiano capito.
Anche perché non è la prima volta che capita, in viola. Basti pensare all'ex capitan Montolivo, passato poi al Milan per cercare di raggiungere qualche trofeo (ancora ben lontano) che in viola appariva precluso.