Profilo di un carattere tosto e talento infinito. Banega, il regista per la Juve
Il giorno della sua firma col Siviglia, in Spagna ci si interrogava. 'Riuscirà la squadra di Emery a risollevare una carriera in discesa?'. Sbocciato nel Mondiale Under-20 del 2007, Ever Banega può giocare da regista, da mezzala e da interno. E' giocatore che in Spagna ha saputo sostituire Ivan Rakitic ma che ha grandi pregi e grandi difetti. I secondi, prima. Un carattere caliente, qualche problema extra campo (compreso l'essersi schiacciato un piede con una ruota dell'auto per non aver messo il freno a mano al distributore), fatti che non gli hanno mai permesso di ergersi a leader maximo delle sue squadre. Nervoso con gli arbitri, falloso, duro, tosto. E' argentino doc, Banega, il volante moderno per eccellenza.
Tecnicamente e pure tatticamente, è un calciatore mostruoso. Ha i tempi del regista, percentuali di recupero palla da mediano di livello mondiale e senso della posizione ed inserimenti tipici della mezzala di spessore. L'addio al Boca Juniors, per sua stessa ammissione, fu sbagliato nella destinazione: disse sì al primo grande maxi contratto proposto dal Valencia, dove poi sarà perno per cinque lunghi anni, dove vincerà pure un'Europa League. Anche gli infortuni, al di là dei quattro mesi fuori per quel disgraziato incidente dal benzinaio, lo hanno spesso tormentato. Un mese fuori nel 2010 per un infortunio alla caviglia, due nel 2011 per problemi al collaterale, in questa stagione un mese e mezzo per un infortunio al ginocchio. Però, al di là dei tanti punti interrogativi, quelli esclamativi superano di gran lunga i difetti. E le perplessità. Banega, se dovesse finalmente riuscire a trovare un club giusto, che possa permettergli di rigare dritto e di sentirsi perno e centro gravitazionale di un progetto, è regista con pochi eguali al mondo.