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Similitudini e differenze tra Zaza e Rossi. Con l'Europeo come obiettivo

Similitudini e differenze tra Zaza e Rossi. Con l'Europeo come obiettivo
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
venerdì 18 dicembre 2015, 07:002015
di Raimondo De Magistris

"Può partire perché gioca poco e a giugno c'è l'Europeo". Abituatevi a questa frase perché molti giocatori, e non solo, sono pronti a pronunciarla per spiegare il cambio di squadra. La competizione che inizierà in Francia a metà 2016 sarà, calcisticamente parlando, il fulcro del prossimo anno solare e nessuno vuole uscire dal giro per scelte sbagliate in sede di calciomercato.
Un discorso che restringendo il campo all'Italia vale doppio perché il commissario tecnico Antonio Conte è stato chiaro: "Convocherò solo coloro che giocheranno per i rispettivi club".
Da qui il timore di non esserci alla kermesse continentale e capire, magari, se ci sarà la possibilità di giocare di più. Ci pensano tra gli altri Simone Zaza e Giuseppe Rossi. Due giocatori accomunati dalla volontà di partecipare all'Europeo, che giocano poco, ma che attraversano momenti profondamente diversi.

Simone Zaza ha la migliore media gol segnati/minuti giocati della Juventus. Ha realizzato cinque reti in 367 minuti facendosi trovare sempre pronto nelle rare circostanze in cui ha giocato. I bianconeri in estate hanno speso tanto, 18 milioni di euro, ma fin da subito il bomber di Policoro è stato relegato al ruolo di comprimario. Nelle gerarchie di Allegri è il terzo centravanti alle spalle di Mandzukic e Morata e nemmeno la doppietta realizzata col Torino dovrebbe cambiare lo stato delle cose.
Ecco perché Zaza a gennaio potrebbe partire. Vuole giocare, anche perché è il centravanti titolare della Nazionale e il rischio di perdere il posto con altri cinque mesi in panchina è elevata.

Ben più lunga la strada verso la Francia di Giuseppe Rossi. Al momento non rientra nei piani di Conte e, a ben vedere, nemmeno in quello di Paulo Sousa. L'esclusione anche nella sfida di Coppa Italia contro il Carpi è sembrata una bocciatura netta per quello che fino al primo grave infortunio rimediato con la casacca viola era considerato il migliore attaccante italiano e ora, invece, non riesce nemmeno a ritagliarsi uno spazio nelle gare meno importanti della Fiorentina. Tornare a giocare con continuità il prima possibile è la priorità, per ritrovare in primis sé stesso. L'Europeo sarebbe eventualmente una conseguenza, anche perché la concorrenza in caso di ritorno sui suoi standard è tutt'altro che spietata.