Thohir: "Fassone? Nel calcio e nel business le persone vanno e vengono"
Nel corso di una lunga intervista rilasciata ai microfoni di Sky Sport, il presidente nerazzurro Erick Thohir ha parlato del CdA tenutosi lo scorso venerdì: "Intanto ho letto diverse notizie a questo proposito. Per prima cosa non capisco da dove sia uscita la cifra; sarà interessante quando tra un mese verrà ufficializzata la cifra corretta nell'assemblea dei soci. Ciò che penso è che in questo momento l'EBITDA, cioè l'indice di redditività, stia diventando sempre più positivo. Se questo succede vuol dire che il business migliora ed è quanto vogliamo Moratti ed io, perché dobbiamo sempre trovare l'equilibrio tra parte sportiva e finanziaria. I diritti televisivi sono buoni, ma troppo lontani da quanto accade in Inghilterra. Dobbiamo migliorare e avere per tutta la Serie A una visibilità maggiore in Asia e anche negli Stati Uniti. Ma come Inter non possiamo più aspettare. Ecco perché abbiamo un nuovo leader per il commerciale: Michael Gandler e abbiamo anche un nuovo ufficio commerciale in Asia. È interessante quello che sta accadendo negli stati Uniti dove abbiamo un altro ufficio. Le nostre entrate sono aumentate di 10 mln. Ed anche la vendita di biglietti è eccellente. Credo davvero che abbiamo costruito in management forte in questo momento".
Su Pirelli: "Abbiamo un buon rapporto, ci parliamo, Tronchetti Provera ha fatto dichiarazioni importanti e lo ringrazio perché come partner dobbiamo essere sicuri che la squadra abbia successo. Stiamo discutendo, i nostri uomini si incontreranno, quindi vediamo, ma speriamo di arrivare a una soluzione positiva".
Su Marco Fassone: "Credo che rompere sia un po' troppo... L'ho sempre rispettato, credo nei suoi sforzi, ma nel calcio e nel business le persone vanno e vengono, ho scelto quello che era meglio per il club in questo momento. Non è stato facile, ma dobbiamo essere sicuri che la squadra lavori insieme duramente ogni giorno. Non ci possiamo basare su un individuo. Voglio dire che per esempio se vinciamo il merito non è mio in qualità di presidente, ma di tutti quelli che vanno in campo e non. Ma se l'Inter fallisce, allora solo in quel caso ok, la responsabilità è mia. Abbiamo la nostra struttura. Ho parlato con Ausilio e con Mancini che hanno capito, abbiamo una strategia per lavorare insieme da squadra. L'unico numero 1 è Bolingbroke come CEO. Stiamo valutando. Potremmo inserire altre persone o far crescere quelle che ci sono".
Poi, lo stadio: "Come Inter stiamo lavorando 9 mesi per il progetto San Siro. Siamo pronti! Abbiamo il nostro consulente pronto, i nostri architetti sono pronti, il programma è pronto, siamo pronti a investire 150 mln nello stadio dato in concessione dal Comune. Quando qualcuno vuole investire, quando l'Inter vuole investire 150 mln, questo è qualcosa importante per la città e non cambiamo per non so... Stiamo parlando di questo da un anno. È un qualcosa di positivo per l'economia dell'Italia, di Milano. Noi concepiamo solo San Siro come la nostra casa, ecco perché vogliamo investire e siamo pronti! Nessun commento per quello che è successo al Milan, perché abbiamo semplicemente letto la notizia, il nostro management incontrerà il loro e allora capiremo cosa vogliono. Ho rispetto per Barbara e Galliani, siamo tra i club unici. Per questo vogliamo seriamente ascoltarli, ma poi la decisione è loro. Vogliamo avere la nostra casa, i tifosi vogliono la loro casa e siamo seri, siamo seri da un anno sull'argomento, molto seri. Mister Bee? Non lo conosco, ma sarebbe bene conoscerlo, soprattutto Se diventa il nuovo proprietario".
Sono quasi due anni di presidenza in nerazzurro per Erick Thohir: "Hanno aperto la finestra relativa alle partite. Tre partite al pomeriggio il sabato ad esempio. Bene, ma non sufficiente, non basta. Devono migliorare ancora molto. E credo che la Serie A debba sviluppare il marchio ed espandersi in Asia, ma anche in USA. La Serie A è al secondo posto in alcuni paesi. Non credo che la Serie A voglia dormire e aspettare di diventare la numero tre o quattro in quei paesi. La partita la domenica sera, non so, va valutata la data, vedere se il numero di persone che vanno allo stadio cresce, resta stabile o cala. Non mi lamento, sono contento, ma al tempo stesso vorrei che la Serie A fosse più aggressiva. Come presidenti non ci possiamo attaccare a vicenda, siamo sulla stessa barca, siamo i simboli dei club e quindi dobbiamo rispettarci a vicenda. Quando altri presidenti fanno delle dichiarazioni su di me, non commento, perché le critiche mi rendono più forte e la Lega deve proteggere l'operatore di club. Un caso come quello del Parma non può più succedere in Serie A, mai più. Quindi basta così, mai più un caso Parma in futuro e la Serie A deve controllare questo".