Bari, quo vado. Fra campo e mercato, per evitare altre delusioni
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Quo vadis?, chiedevano i latini. Quo vado, forse più modestamente ma con maggior successo al botteghino, si è chiesto quest'inverno Checco Zallone nei cinema. La stessa domanda che, per restare in Puglia, si pone adesso il Bari. Partiti ancora una volta con i favori dei pronostici a inizio stagione, i biancorossi si ritrovano adesso a -12 dal secondo posto, ma soprattutto a -7 dal terzo posto. La sconfitta del Pescara, al netto degli scontri e di una prestazione non da buttare, ha riportato i Galletti ad antiche incertezze.
E la cura Camplone dà effetti altalenanti: quattro punti in tre partite, i bilanci si faranno alla fine, ma la svolta non è ancora arrivata. E adesso restano meno di 48 ore per regalare al tecnico i due innesti esplicitamente richiesti dopo la gara contro gli abruzzesi: indispensabile un rinforzo sulle fasce, viste le cessioni di Sabelli e Salviato (magari a sinistra), le possibili cessioni di Romizi, Donati e Sansone potrebbero portare alla necessità di sostituirli a dovere, magari anche con altre caratteristiche. Perché il Bari inizia a chiedersi dove voglia andare: le ultime stagioni hanno regalato tanti sogni e qualche delusione di troppo, quella in corso è vista come l'ultima occasione (che tale non è, ma lo sembra) per tornare nel calcio che compete alla piazza. E alora, bisogna capire dove si vuole andare, perchè la forbice dalle prime inizia ad aprirsi e al Pescara, adesso, basterebbe guadagnare altri tre punti sulle inseguitrici per conquistare, almeno virtualmente, la promozione diretta nella massima categoria.