Foti: "Lascio il calcio per un errore. Da grande farò l'allenatore"
Il 12 febbraio 2006 con una partita incredibile alla prima da titolare in Serie A Salvatore Foti, attaccante palermitano classe 1988, si fece conoscere al grande calcio. Oggi, a poco meno di dieci anni di distanza, lo stesso Foti ha deciso di appendere le scarpette al chiodo a causa di un grave problema fisico. "I guai sono iniziati nel 2013. La prima parte della stagione con il Lecce ero riuscito a ritagliarmi uno spazio importante in una squadra che puntava subito a tornare in Serie B dopo la retrocessione. Poi, però, sono iniziati i problemi alla schiena che mi sono portato fino al termine della stagione, giocando anche se non ero al meglio della condizione. Nell'ottobre di quell'anno ho optato per un intervento chirurgico che risolvesse il mio problema di ernia al disco. La realtà, però, ha dimostrato che c'è stato errore medico per il quale sono ancora in causa legale. Nel 2014 a Chiasso ho provato a stringere i denti, ma la situazione non è mai migliorata e così ho deciso di smettere".
Una scelta difficile da prendere...
"Anche se oramai convivevo con questa possibilità quando mi è stato detto che non era più il caso di continuare è stata dura. Molto. Perché la speranza di tornare a fare quello che ho sempre sognato, fin da quando appena 13enne decisi di lasciare casa per trasferirmi a Venezia, ha sempre resistito a tutto. C'è rabbia ma anche rammarico per quello che avrei ancora potuto fare".
Adesso il futuro. Ci sarà ancora il pallone nella tua vita?
"Assolutamente sì! Nel dicembre scorso ho conseguito il patentino UEFA B per iniziare ad allenare. Spero di poterlo fare magari in qualche settore giovanile, seguendo anche le orme di mio padre che ha fatto lo stesso percorso".
E della tua carriera da calciatore quale ricordi ti porti ancora dentro?
"Facile tornare alla gara e al gol con il Messina di dieci anni fa, ma penso anche a Marotta e Paratici che decisero di portarmi alla Sampdoria, e a mister Novellino che mi ha fatto esordire. A Vicenza, invece, ho scoperto un professionista e un uomo vero come mister Gregucci, così come ad Empoli mi sono reso conto di quanto sia speciale lavorare in una realtà come quella. Spero che tutti loro conservino un bel ricordo di me e di quello che ho fatto da calciatore".