Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche

In memoria di Johan Cruyff. Eroe visionario del calcio moderno

In memoria di Johan Cruyff. Eroe visionario del calcio modernoTUTTO mercato WEB
giovedì 24 marzo 2016, 14:002016
di Marco Conterio

Quattordici. Quattordici perché quel giorno, nella cesta delle maglie, la sette proprio non si trovava. Gerrie Muhren doveva giocare titolare e Johan Cruyff decise di cedergli ma sua numero nove. Si giocava Ajax-Psv Eindhoven e dalla cesta, da quella cesta delle maglie, uscì la quattordici. Che Johan da Amsterdam, scomparso oggi a 68 anni per un tumore ai polmoni, nato il 25 aprile del 1947 in una famiglia modesta a pochi passi dallo Stadion de Meer, ha sempre vestito. Coi Lancieri, quando proprio a 14 anni vince il suo primo campionato. Con l'Olanda, che guidata da Rinus Michels diventa la Nazionale più bella di sempre, quella del Calcio Totale, con il Profeta del Gol come primo violino, interprete e maestro di un calcio nuovo. E poi anche in America, che da pioniere del soccer va a scoprire non più giovanissimo. Con quei calzettoni abbassati, con quei capelli da Beatle, con quel suo suo fare burbero e con piglio da grande leader, è anche colui che getta i primi semi del Barcellona moderno, quello che ha nuovamente stravolto il calcio mondiale.

Di Cruyff si scriverà tanto, come si è scritto finora. Di un grande calciatore, di un visionario, di un eroe del calcio moderno. Che ha saputo stravolgerlo, con un numero di riserva, diventato numero primo. Pelè Bianco, lo dipingeva Brera. Profeta del Gol. Ma non solo quello. Di tante, piccole, grandi cose. Col quattordici sulle spalle. Per sempre.