L'importanza di non lavorare per forza
"Sono felice di non avere un lavoro". José Mourinho spiazza tutti, anche perché, con ogni probabilità, non ha nessuna intenzione di iniziare un lavoro di altri, come quello che potrebbe esserci al Manchester United. Prendere una squadra significa come i Red Devils significa qualcosa di più che non traghettarlo verso il finale di campionato, ma la necessità di essere competitivi sin da subito. Probabilmente con calciatori che non hai scelto tu, con un pubblico che può ricordare il tuo passato.
La realtà è che José Mourinho, con ogni probabilità, sarà il nuovo tecnico dello United solamente a partire dal prossimo luglio, quando avrà un budget incredibile per costruire un undici capace di competere con Chelsea - che tornerà a essere ai massimi livelli - al City di Guardiola e all'Arsenal (di chi? Forse non di Wenger), senza dimenticare Jurgen Klopp.
Mourinho non ha bisogno di accettare la Cina o l'Indonesia, come detto nella sua intervista di ieri, per lavorare o guadagnare. O essere pionere: lo è già stato dieci anni fa, quando il suo Porto vinceva la Champions, e non deve esserlo più.
D'altro canto non c'è poi così bisogno di celebrità, per Mourinho. Lo è già, le sfide vuole vincerle e non solo abbozzarle, solo per la fretta di rientrare nel mondo del calcio. Sei mesi, come per il suo primo esonero con il Chelsea, possono pure essere di relax prima di ritornare a vincere.