La Juventus e Matic. Il gigante del Chelsea che non scorda le proprie radici
Nemanja Matic è uno che non scorda il passato. E' uno che non dimentica le radici, piantate in un piccolo paesino della Serbia. Vrelo, meno di duemila anime, che era sull'orlo del baratro. Storie raccontate dai tabloid britannici, sempre attenti alle favole. Fu Matic, a renderla tale. Perché Vrelo era in difficoltà e lui, milionario calciatore di una delle squadre più ricche del globo, decise di aprire il portafogli. Lo fece in silenzio, ma lì allargarono a tal punto le braccia che se ne accorsero pure Oltremanica, di quell'abbraccio smisurato.
Matic appianò i debiti degli esercizi commerciali locali e pagò di sua tasca la ristrutturazione della scuola dove era cresciuto. In patria lo considerano uno che non ama lo sfarzo, il lusso, ma che fa sempre di tutto per aiutare il prossimo. Caratteristiche umane che, evidentemente, hanno conquistato anche la Juventus. Che nei giorni scorsi Matic è pure andata a vederlo da vicino, nella gara col Tottenham, in una sfida dove però non ha inciso ed è stato sostituito da un più convincente Oscar. Però se è vero che il passato non si scorda, allora la Juventus tenga ben a mente quello che ha reso sul campo Matic un "midfield monster", come lo raccontano in Inghilterra. Ben prima dell'avvento di Guus Hiddink.