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Milan, Berlusconi tra fantasia e realtà. E un'inattesa apertura a Balotelli

Milan, Berlusconi tra fantasia e realtà. E un'inattesa apertura a BalotelliTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
giovedì 25 febbraio 2016, 07:002016
di Raimondo De Magistris

Nella serata di ieri è tornato a parlare Silvio Berlusconi. Mai banale il presidente del Milan, che spesso si lascia andare a voli pindarici che frequentemente, sempre più frequentemente, non hanno possibilità di tramutarsi in realtà. "Vogliamo il terzo posto", ha dichiarato il numero uno rossonero nonostante una classifica che in questo momento dice tutt'altro. A dodici giornate dal termine la squadra di Mihajlovic ha otto punti di svantaggio rispetto alla Fiorentina terza in classifica e dinanzi a sé, oltre ai viola, ha i cugini dell'Inter e una Roma lanciatissima, una squadra rigenerata dalla cura Spalletti che nelle ultime cinque giornate ha conquistato quindici punti. Lunedì sera i rossoneri sono usciti dal San Paolo tra gli applausi dei suoi sostenitori, ma hanno perso altri due punti rispetto a chi è davanti.
Discorso diverso per l'altro grande obiettivo di Berlusconi: la Coppa Italia.

Agevolata da un cammino particolarmente semplice, la compagine meneghina nella semifinale d'andata contro l'Alessandria ha ipotecato la qualificazione a una finale che presumibilmente sarà contro i campioni in carica della Juventus. Il Milan può farcela, ci proverà soprattutto per dare un senso a una stagione partita malissimo, ma che nelle ultime settimane sta dando più di qualche soddisfazione.
Da registrare, infine, le parole di Berlusconi su Balotelli. Dopo aver spinto per la cessione del centravanti classe '90 nell'estate 2014, il patron rossonero in un momento poco fortunato per il giocatore ha aperto a un possibile riscatto: "Dipende solo da lui, ha delle doti fisiche e tecniche straordinarie, ma deve maturare soprattutto per quanto riguarda il comportamento nella vita e in campo". Palla quindi a Balotelli, che in questi ultimi tre mesi dovrà tornare a vestire i panni di Supermario per convincere la società meneghina a riacquistare il suo cartellino.