Non solo vulcani e geyser, l'Islanda gioca a calcio e lo fa benissimo
L'impronunciabile vulcano Eyjafjallajökull, i geyser, l'aurora boreale, il ghiaccio. Delle tante cose per cui è famosa l'Islanda, il cui sport nazionale, tolta la lotta Glima, è la pallamano, nessuno avrebbe mai inserito in lista il calcio. Fino a oggi. Perché all'Allianz Riviera di Nizza è successo l'imponderabile: l'Inghilterra è fuori, ai quarti di finale di Euro 2016 ci va la nazionale di Reykjavík. Quella che schiera in campo lo 0,007% della propria popolazione e sugli spalti francesi è stata seguita da oltre l'8% dei suoi 332.529 abitanti. La squadra su cui tanto hanno ironizzato in tanti, quelli che "finiscono tutti per sson di cognome". Quelli che non avevano alcuna possibilità vanno avanti, escono gli inventori del calcio, gli inglesi fino a qualche anno (parecchi ormai, per dire la verità) talmente spocchiosi da non voler partecipare alle principali competizioni calcistiche internazionali.
L'Islanda di Lars Lagerbäck, commissario tecnico svedese, va avanti. con il cuore, ma anche con le capacità tecniche. Perché gli stereotipi sono da parte: i 23 convocati dell'Islanda giocano nei principali campionati europei, alcuni sono addirittura stelle nei rispettivi Paesi di residenza, la tanta voglia non basta a mettere in secondo piano le qualità di una squadra che sorprende tutti. Inghilterra fuori, ora c'è la Francia, la grande favorita per la vittoria finale. Ma questa sarà un'altra, bellissima, storia.