Capitan Presente. A trentaquattro primavere
Daniele De Rossi non riusciva a guardare negli occhi Francesco Totti, in quel pomeriggio di Roma. La loro città piangeva d'amore, non ferita ma piena d'orgoglio e malinconia. Non straziata ma col cuore gonfio di ricordi, di nostalgie. Daniele da Roma aveva gli occhi lucidi, in quel pomeriggio. Dopo la partita col Genoa ha abbracciato Francesco, amico e compagno d'una vita, in uno scambio di testimone eterno. Daniele De Rossi ha oggi trentaquattro primavere, che nel calcio sono autunno inoltrato.
Ha gli occhi azzurri d'un tempo ma lo sguardo segnato dall'orologio che inesorabile avanza. Ha la barba da condottiero, cicatrici e tatuaggi che ricordano quel che c'è stato. A trentaquattro primavere, che scoccano oggi, è pronto per l'eredità. Per prenderla e per raccoglierla, per dimenticare per sempre quell'appellativo di futuro che sulle sue spalle ha sempre pesato come un fardello. Daniele De Rossi, trentaquattro primavere, è Capitan Presente. Nel primo compleanno da Capitano.