Claudio Nassi: Sogno o son desto?
Alle volte mi domando se sogno o son desto. Se sono stato svezzato a latte e calcio, ho fatto il calciatore, il giornalista sportivo, il manager e dal 1990 mi permetto di dire a destra e a manca che alcune regole si devono correggere per un problema di credibilità, non penso di essere lontano dal vero. Desidererei che qualcuno spiegasse perché non si gioca il tempo effettivo o non si uniformano la regola del fuorigioco e il fallo da ultimo uomo. Né credo che alcuno possa obiettare se ripeto che il potere discrezionale del direttore di gara va limitato. Ne va della credibilità e la credibilità non ha prezzo.
La premessa per parlare del VAR, il video assistente arbitrale, la cui sperimentazione fa discutere per i tempi morti e non so quante altre cose. Nel Mondiale Under 20 dello scorso maggio la FIFA ha pubblicato i numeri: in 52 partite 12 decisioni modificate, 7 delle quali hanno cambiato il risultato, e in 5 situazioni si è reso necessario l'utilizzo del replay a bordo campo. Se nella finale di Skopje della Supercoppa Europea il primo gol del Real Madrid era in fuorigioco, con la presenza del VAR la decisione sarebbe stata corretta; come non so per quale motivo Montella, dopo l'amichevole persa a Catania col Betis Siviglia, dichiari che "... sono molte le domande che ci facciamo e ci vorrà tempo per abituarci". Perché non si vuol capire che ciò che conta è avere un numero sempre maggiore di decisioni giuste? Chi se ne frega se alcune volte non si è certi al 100%. Ci sarà sempre uno spazio per la critica, ma l'importante è ridurre gli errori. Poi si può discutere di tutto. I supplementari sono un supplizio di troppo? Andiamo subito ai rigori. Il golden gol è ancora meglio? Optiamo per questa soluzione. Due professori spagnoli, dopo aver preso in esame 2.900 rigori, hanno stabilito che il calciatore e la squadra che tirano per primi dagli 11 metri hanno il 21% di probabilità in più di vincere? Ebbene, pensiamoci, anche se la cosa mi lascia perplesso, come chi parla di "lotteria" dei rigori. Le lotterie sono altre e calciare un penalty non è per tutti.
Seppoi torno indietro negli anni e ricordo quando la terna dei designatori vedeva tre fuoriclasse, Ferrari Aggradi, D'Agostini e Righetti, raramente si assisteva a partite contestate. Il Presidente Federale Artemio Franchi, come al solito, aveva risolto il problema. Tutti e tre erano uomini del Granduca, ma per il principio del divide et impera i controllori si controllavano, sapendo che non era ammesso errore. Con il VAR andiamo oltre, perché la tecnologia riduce il potere di chi comanda e diminuisce la discrezionalità dell'arbitro, che non potrà mai essere del tutto annullata.