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Dybala e gli altri: da Icardi a Messi, quando l'agente è di famiglia

Dybala e gli altri: da Icardi a Messi, quando l'agente è di famigliaTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
martedì 19 dicembre 2017, 16:072017
di Ivan Cardia

Galeotto fu un viaggio a Parigi. Quello di Mariano Dybala, fratello di Paulo. In cui il ragazzo, 13 anni in più della Joya, avrebbe incontrato anche i dirigenti del Paris Saint-Germain. Onori e oneri a Il Corriere della Sera, che ne ha scritto oggi, secondo cui la gita transalpina di Mariano, che del numero 10 della Juventus è non solo fratello ma anche agente, sarebbe alla base delle recenti vicende di Paulo Dybala. Che in campo non rende più come prima, e il campo lo vede meno. Da pochi mesi, l'argentino ha infatti deciso di cambiare agente, chiudendo il lungo rapporto con Pier Paolo Triulzi (con cui secondo diverse fonti sarebbe in arrivo una causa plurimilionaria), stringendo quello con il fratello. Una scelta, quella di affidare i propri interessi alla famiglia, consentita dalla normativa in materia di agenti. E favorita dalla possibilità di tenere "in casa" non soltanto l'ingaggio, ma anche le commissioni derivanti da trasferimenti o rinnovi. Una scelta condivisa, oggi e in passato, da altri colleghi del giovane attaccante bianconero.

LADY ICARDI -
Per rimanere in Italia, è il caso di Mauro Icardi: nel 2015 ha scaricato il suo storico agente Abian Morano, uno che lo seguiva da quando era bambino. Casa e bottega, affari affidati a sua moglie Wanda Nara. Che, per dovere di cronaca, sin qui ha fatto gli interessi del marito, ma non ha certo trascurato quelli dell'Inter. Icardi è rimasto in nerazzurro, senza troppi mal di pancia. E ha rinnovato il contratto, strappando un ingaggio ben rialzato. Ora le parti si dovranno aggiornare, perché la clausola da 100 milioni sembra davvero troppo bassa.

MADAME VERONIQUE -
Sempre di mercato italiano si parla, in questo caso il protagonista è Adrien Rabiot. Centrocampista classe '95 del Paris Saint-Germain, nell'estate 2014 lo segue con attenzione la Juventus, che prova a strapparlo a parametro zero. Tratta con la madre, Veronique appunto, che a un certo punto chiarisce: "Non può permettersi di stare in panchina". Nella Juve dell'epoca gioca gente come Vidal e Pogba, Rabiot resterà a Parigi. L'intenzione di fornire appunti tattici della madre, peraltro, resta viva anche di recente: nella trattativa col PSG per il rinnovo di contratto, infatti, Veronique ha chiesto un ruolo centrale per il figlio, e l'acquisto di un adeguato sostituto per Thiago Motta. Tra l'interesse della Juventus e la permanenza al PSG, però, c'è stata la corte della Roma. E in questo caso si può cedere la parola a Walter Sabatini, che pochi mesi fa ha raccontato al Venerdì di Repubblica i retroscena della trattativa, fallita: "La trattativa è quasi conclusa, manca solo l’ultimo accordo con la madre che è anche la sua procuratrice e che è molto arrabbiata con il Psg, che secondo lei non valorizza il figlio. L’appuntamento è a pranzo. Al parking c’è l’altro figlio di Veronique che ci aspetta al termine di una strada sterrata, un tipo inquietante, viene dalla Legione straniera, è seduto su una sedia, in un parcheggio dove non c’è nessuno. Parliamo, l’accordo è fatto, lei, la madre prima di alzarsi aggiunge una cosa, nessuno mi traduce, ma io intuisco, chiedo conferma, mi infurio. Urlo: come si permette? E me ne vado. La madre voleva parlare con Garcia. Mai e poi mai. Se concedi a una madre il tu per tu con l’allenatore in un attimo te la ritrovi nello spogliatoio".

IL PRECEDENTE -
Non è la prima volta che Pier Paolo Triulzi si vede "scippato" da un fratello. In questo caso, gli capitò in collaborazione con Claudio Anellucci, protagonista Edinson Cavani. Già nel 2012 si diffusero voci secondo le quali l'attaccante uruguaiano del Napoli fosse pronto a cambiare agente, scaricando i suoi storici procuratori, cosa effettivamente avvenuta solo più tardi. Dal 2015, Cavani ha scelto di affidarsi alla famiglia. In particolare, a Walter Guglielmone Cavani, suo fratellastro, dal cognome diverso e di due anni più tardi, che molti hanno descritto come sua fonte di ispirazione nella scelta di diventare calciatore.

IL FRATELLO DI DINHO
A proposito di ispirazione, chiedete a Ronaldinho. Qui non ci sono stati agenti scaricati, liti o cause: il campione brasiliano è sempre stato assistito da Roberto de Assis Moreira, suo fratello di 13 anni più grande. Che lo ha sempre guidato nei vari trasferimenti, ma prima ancora lo ha portato, di fatto, su un campo da calcio. Anche qui, lasciamo la parola al protagonista. Ronaldinho, che in lunga lettera su theplayerstribune.com, scrisse così al se stesso di 8 anni: "Sei molto fortunato ad avere al tuo fianco Roberto. Roberto starà sempre lì per te, ha dieci anni di più e già gioca con il Grêmio. Smetterà di essere tuo fratello e si trasformerà in tuo padre. E più di ogni altra cosa, sarà il tuo eroe. Avrai voglia di giocare come lui, avrai voglia di essere come lui. Ogni mattina andrai nello stadio del Grêmio, tu da giocatore delle giovanili e lui da professionista, dopo potrai entrare negli spogliatoi insieme a tuo fratello maggiore, stella del calcio. E ogni sera, prima di andare a dormire, penserai: 'Sto condividendo la stanza col mio idolo'".

NEL NOME DEL PADRE: IL MAESTRO -
"Leo non è attaccato al denaro. Ma suo padre è diverso, è doppiamente avido". Parole e musica di Joan Lacueva, dirigente responsabile del settore giovanile del Barcellona nel 2001, riportate nel libro Né re né Dio, semplicemente il migliore, di Alexandre Juillard e Sebastian Fest, edito da Mondadori. Leo è ovviamente Lionel Messi, Lacueva è colui che di fatto lo portò in blaugrana, e il padre della Pulce, oltre a esserne l'agente, è sempre stato un personaggio con una forte influenza sul figlio. A conti fatti, senza portarlo mai via da casa, perché, forse a sorpresa, Messi è di fatto una bandiera del Barcellona. Però qualche problema il padre lo ha creato al figlio. Lunghe cause con la Marka group, l'agenzia che in precedenza curava gli interessi del 10 argentino. E poi l'accusa di frode avanzata dal fisco spagnolo, in una vicenda chiusasi con una condanna a 21 anni di carcere, per Jorge e per Leo.

E L'ALLIEVO -
Se Ronaldinho è stato un maestro per Messi, quest'ultimo lo è stato senza dubbio per Neymar. Che, come l'argentino, ha affidato i propri interessi alle cure del padre. Per molti il principale orchestratore del trasferimento al Paris Saint-Germain, concluso con reciproca soddisfazione delle parti coinvolte, e 222 milioni di euro transitati verso la Catalogna. Già ai tempi del passaggio dal Santos al Barcellona, il ruolo di Neymar Sr si era fatto sentire. Con richieste particolari, almeno stando a quanto dichiarato a ESPN da Luis Alvaro da Oliveira Ribeiro, presidente del Santos ai tempi dell'affare: "Nei 90 milioni c’erano inclusi i caffè del padre di Neymar e un’orgia all’Hotel Piccadilly a Londra. Il padre di Neymar non pagava mai niente, nemmeno i caffè, io ho pagato tutti i duecento che abbiamo preso insieme, e un aereo per andare a Florianopolis a vedere il Brasile". I 90 milioni, peraltro, non vennero dichiarati interamente, almeno all'inizio, portando anche in questo caso a un processo lungo e dall'oggetto del contendere plurimilionario.

NON SEMPRE INGOMBRANTE -
Non sempre, però, la presenza del padre come agente sembra ingombrante. È il caso di Federico Chiesa, assistito da suo padre Enrico. Che, oltre ad averli trasferito quella corsa un po' caracollante così caratteristica, del figlio per ora parla poco, e lo tiene coi piedi per terra. Gli ha dato la testa del calciatore che diventerà grande, prima ancora che i piedi. E non sembra un peso, ma una risorsa, nella carriera del talentino della Fiorentina.

GLI ALTRI -
Non dimenticati. Ma abbiamo scelto di raccontarvi solo casi particolari, o in cui l'agente-famigliare abbia avuto un peso determinante e chiaro in alcune scelte. Altri esempi eccellenti? Andiamo da Dani Alves, storicamente assistito dalla sua ex moglie Dinara Santana, a Simone Zaza, assistito da suo padre Antonio. Passando per Manuel El Shaarawy, fratello e agente di Stephan, come pure René Ramos, anche lui fratello e agente, ma di Sergio. E poi Jeremy Menez, assistito da suo fratello Kevin. Mentre Giorgio Chiellini è rimasto nell'agenzia di Davide Lippi, con il fratello Claudio che ha esercitato la professione di agente per diversi anni, prima di entrare a far parte della Juventus come dirigente.