Jankto si racconta: "Colpii l'Udinese con 4 gol. Futuro all'estero"
Jakub Jankto non perde tempo. Esordio a 21 anni con la nazionale maggiore della Repubblica Ceca e subito in gol. E anche contro San Marino, nonostante sia mancata la rete da parte sua non sono mancati gli assist per l'importante successo per 6-0. È lui uno dei volti principali della nuova generazione ceca e non solo. Il primo anno in Serie A con l'Udinese sta andando a gonfie vele e in Friuli si preparano all'ennesima importante plusvalenza di mercato. Dal ritiro della sua Nazionale Jakub ci racconta la sua parabola sempre più in ascesa. In esclusiva per Tuttomercatoweb:
Jakub, un esordio con la Repubblica Ceca da sogno.
"Sicuramente. Sin da bambino sognavo la Nazionale maggiore e segnare all'esordio mi ha dato una gioia incredibile".
La Repubblica Ceca sta cambiando pelle: dalla squadra di Cech e Rosicky a una più giovane, con elementi come te e Schick.
"Siamo giovani e con tante potenzialità. Ora dipende solo da noi, crediamo nella qualificazione ai Mondiali ma dobbiamo cambiare passo. Servirà vincere gli scontri diretti come quello contro la Norvegia".
Il Paese punta su di voi per rivedere i fasti di 20 anni fa. Nel 1996 quando sei nato la Repubblica Ceca arrivò seconda agli Europei.
"Ricordo da bambino il mio primo torneo visto in TV, gli Europei del 2004 dove la Repubblica Ceca era una grande squadra, giocammo molto bene purtroppo non riuscimmo a vincere, fummo sfortunati. Era la squadra di Pavel Nedved e Milan Baros".
Quale squadra seguivi con più interesse?
"In Italia seguivo la Juventus".
Sarebbe facile pensare per Pavel Nedved...
"Non solo per lui, ma soprattutto perché mio padre faceva il tifo per la Juve. Del resto da noi si segue il calcio internazionale, quindi anche la Serie A. In Inghilterra invece mi piaceva l'Arsenal mentre in Repubblica Ceca naturalmente lo Slavia Praga con cui ho fatto la mia trafila da calciatore".
E dallo Slavia all'Udinese. Non avevi ancora giocato nel massimo campionato ceco eppure i friulani hanno puntato su di te. Come ti hanno scoperto?
"Grazie alle mie prestazioni con la Nazionale giovanile. Mi videro in una partita contro Montenegro dove segnai addirittura 4 reti".
Da Praga a Udine a 18 anni, solo. L'inizio deve essere stato difficile.
"Non conoscevo il paese, non conoscevo la lingua, non era certamente facile integrarsi. Ma ho avuto un grande allenatore nella squadra Primavera, Luca Mattiussi, che mi ha sempre aiutato. Mi ritengo fortunato ad aver trovato una persona come lui. E poi anche i compagni di squadra mi hanno aiutato a inserirmi. Dopo 6-7 mesi ho iniziato ad abituarmi alla vita e alle abitudini italiane".
L'allenatore della prima squadra in quell'Udinese era Andrea Stramaccioni. Qualche panchina insieme ai grandi, ma mai l'ingresso in campo.
"Mi aspettavo almeno di giocare uno spezzone di gara, almeno nell'ultima partita contro il Cagliari che per giunta era ininfluente ai fini della classifica finale. Mi è dispiaciuto ma pazienza".
Il suo vice era Dejan Stankovic. Per la tua duttilità in campo ci potrebbe stare il paragone con lui?
"Adesso mi vedo diverso da lui. Stankovic era più centrocampista, che poteva giocare davanti la difesa, recuperava palloni. Io sono più veloce e posso giocare da esterno e poi gioco anche sulla trequarti, voglio fare tanti gol. Nel periodo in cui ho avuto lui mi ha sempre dato una mano e dei consigli che io ho cercato di farne tesoro".
Il tuo primo anno in Italia è stato giocato con la squadra Primavera. Da noi si parla spesso di quanto sia opportuno inserire le squadre B per farle giocare in Lega Pro o magari anche in Serie B, togliendo di fatto il campionato Primavera ritenuto poco allenante.
"Per il fatto che dovevo integrarmi con il calcio italiano e la lingua l'esperienza in Primavera per me era perfetta. Non credo che i giocatori della Primavera possano giocare in B e nemmeno in Lega Pro, non sono così bravi. Diciamo che il 90% non troverebbe spazio. Per cui abolirla sarebbe una cazzata".
La tua crescita graduale è passata poi dal prestito all'Ascoli, in Serie B. Un altro campionato che ti è stato utile per "farti le ossa".
"La mia prima stagione fra i professionisti. All'inizio non sapevamo in che campionato avremmo giocato, dovevamo partire dalla Lega Pro, poi il caso Teramo ci ha portati in B. Devo dire che è stata una gran bella esperienza, trovavo spazio con Petrone ma sopratutto con Mangia giocavo sempre. Per me è stata un'esperienza importante e bella. I tifosi mi vogliono ancora bene e continuano a scrivermi. E questo mi fa un grande piacere".
Tuo compagno di squadra era Petagna, fresco di convocazione in Nazionale. Te l'aspettavi?
"Sinceramente sì, mi aspettavo nell'esplosione di Petagna. Non dimentichiamoci che ha esordito giovanissimo in Champions League. Ad Ascoli per via del modulo a una punta e perché c'era il più esperto Daniele Cacia che segnava tanti gol non c'era troppo spazio per lui. Ma non ho mai dubitato delle sue qualità e lo si vede a Bergamo dove ha la fortuna di giocare al fianco di gente come il Papu Gomez e questo ti rende la vita più facile".
Il ritorno a Udine e nonostante le buone impressioni nel pre-campionato con Iachini non trovi troppo spazio. Possiamo dire che la svolta è stata l'arrivo di Delneri?
"Non saprei dire. E' vero però che non giocavo molto con Iachini forse perché sono troppo giovane. Con Delneri c'è stata la possibilità di giocare sfruttando l'indisponibilità di qualche giocatore e mi sono giocato bene le mie chances. Questo evidentemente mi ha dato fiducia e di conseguenza tutto ti riesce meglio. Finora sto facendo molto bene e voglio continuare così, segnare tanti gol e aiutare la squadra a migliorare".
Ruolo preferito?
"Il nostro modulo è il 4-3-3, posso giocare esterno d'attacco ma è da interno di centrocampo che mi piace di più, perché ho più spazio e sento di poter fare meglio".
L'Udinese storicamente valorizza i giovani per poi rivenderli. Cosa ti aspetti dal futuro?
"Intanto finire bene quest'anno, poi ci saranno due mesi importantissimi. Sarebbe un piacere sentire l'interesse di grandi squadre ma adesso concentriamoci per questo finale di torneo e poi vediamo. Ci sarà anche l'Europeo Under 21 con la Repubblica Ceca e se faccio bene possono succedere tante cose. Se arriva l'occasione vediamo, fermo restando che rimanere a Udine anche il prossimo anno non sarebbe un problema".
Ti vedi più in Serie A o all'estero?
"Io voglio giocare anche all'estero, provare qualche esperienza. Sono curioso, voglio conoscere altre cose. Certamente non mi vedo a lungo in Italia, non certo fino a 25 anni".
Chi ti ha colpito di più in questa Serie A?
"Mi piace molto Dybala, per me è un giocatore fenomenale. Se devo scegliere nel mio ruolo dico Marek Hamsik".
Tomorow 18-00 🇨🇿 Czech republic vs San Marino 🇸🇲 #qualification
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