Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Samp, Giampaolo: "Ferrero capisce di uomini, Schick giocatore di talento"

Samp, Giampaolo: "Ferrero capisce di uomini, Schick giocatore di talento"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
domenica 31 dicembre 2017, 21:132017
di Andrea Piras

Marco Giampaolo ha parlato ai microfoni di Sky Sport nel corso della trasmissione “Mister Condò” del suo approdo alla Sampdoria: “Ci siamo incontrati con il Dottor Galliani, ci sentivamo spesso al telefono, ci siamo incontrati anche a Milano. Penso fossi il suo allenatore candidato, poi come succede spesso si prendono altre decisioni. Anche questa la considero un’opportunità. Devo dire che in concomitanza al Milan, anzi, prima della telefonata di Galliani mi aveva già chiamato Osti alla Samp. Però c’era Montella, mi disse che se Montella fosse andato via avrebbero preso me, molto chiaro e molto limpido. Ma se non fosse andato via Montella non sarei andato alla Sampdoria ma probabilmente nemmeno al Milan. Con Ferrero non parliamo di calcio, Ferrero capisce di uomini, riconosce gli uomini, le persone, penso che questo sia dovuto alla vita che ha vissuto, nella strada pure lui, a differenza di tanti altri che si addentrano in certi discorsi. A lui non importa nulla, lui riconosce gli uomini, la passione, il lavoro, e non sbaglia, il Ferrero privato è diverso rispetto al Ferrero pubblico. Il tifoso alla fine si fa prendere dall’esito della partita, penso che però in fondo i tifosi sappiano riconoscere il livello di credibilità degli uomini, dell’allenatore in questo caso, ma anche dei calciatori. A Genova ho avuto un buon rapporto da subito, l’anno scorso vincemmo le prime due e poi ne perdemmo quattro consecutivamente alla soglia del derby, probabilmente, se l’avessimo perso, mi avrebbero mandato via. In quella partita ho ricevuto l’attestato di stima in gradinata, straordinario: mister siamo con te.

Ed io non avevo dato nulla, non avevo fatto ancora niente. Schick è stato uno fra i giocatori con più talento che ho allenato. Il primo Schick  potrei definirlo ancora un bambino, non ancora morfologicamente strutturato, non ancora conformato, nel limbo fra il settore giovanile e l’ingresso in prima squadra. Il primo Schick alla Samp era un calciatore che doveva ancora farsi anche fisicamente e strutturalmente. E’ cresciuto tanto in sei mesi, fisicamente, poi aveva la sensibilità e la qualità di fare cose diverse, non è mai banale. Allegri mi chiamò per chiedermi di lui in tempi non sospetti ed io gli dissi: Max, Schick non è un calciatore banale, è un giocatore che fa cose importanti nei club dove gli viene richiesto di fare cose importanti, non fa mai la giocata scontata, fa sempre qualcosa in più. A lui ho augurato il meglio, sono contento, nessuno deve stare per forza in un posto, le ambizioni ed i sogni vanno assecondati e seguiti. Sono contento quando un calciatore è felice di fare qualcosa di diverso, raccontare una storia diversa. Era impossibile non cogliere la qualità di questo ragazzo, non aveva giocato con grande continuità, però, tutte le volte che l’ho chiamato in causa da subentrante, ha fatto sempre la differenza. Anche questo è un valore aggiunto dei ragazzi che arrivano dalla strada e anche dall’estero, dove non hanno sovrastrutture particolari, questi giocano a calcio e se non li fai giocare alla domenica non mettono il muso ma ti sfidano: la prossima volta subentro e ti metto in difficoltà. Questo mi piace molto”.