Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

TMW RADIO - Bordon: "Bersellini portò nuove modalità di lavoro all'Inter"

TMW RADIO - Bordon: "Bersellini portò nuove modalità di lavoro all'Inter"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
lunedì 18 settembre 2017, 14:452017
di TMWRadio Redazione

"Con Bersellini in panchina Icardi non si sarebbe mai presentato al campo con i capelli tinti di biondo, e lo stesso vale per creste e quant'altro". Comincia con una battuta il ricordo di Eugenio Bersellini condiviso da Ivano Bordon, portiere campione del mondo nel 1982 e protagonista di tredici stagioni con la maglia dei nerazzurri, ai microfoni di TMWRadio.

Che ricordo hai di Eugenio Bersellini?

"E' stato l'allenatore che arrivò all'Inter dopo Chiappella. Portò un nuovo metodo di lavoro al quale non eravamo abituati ma che nei cinque anni in cui lavorammo insieme diede i suoi frutti".

Lo chiamavano il sergente di ferro. Puntava sulla preparazione, era un pioniere.

"Era un allenatore che puntava molto sulla preparazione fisica. La settimana prima del ritiro estivo si andava in montagna e per i primi tre giorni i giocatori in sovrappeso seguivano una dieta ferrea. Era un allenatore che badava al sodo, aveva le sue idee, non allargava molto le sue nozioni ma è stato un grande".

C'era qualcuno che si lamentava dei suoi metodi?

"Erano metodi sopportati da tutti perché volevamo raggiungere i nostri obiettivi".

Hai un ricordo personale di Bersellini?

"Siamo stati insieme cinque anni all'Inter, poi sono andato alla Sampdoria e dopo una stagione anche lui mi raggiunse a Genova. Ricordo una partita di Coppa dei Campioni a Nantes in cui io feci bene. Lui a fine partita venne a farmi i complimenti, un gesto che fatto da lui aveva un enorme significato. Mi fece davvero molto piacere".

Hai la sensazione che in questa Inter conti molto un tecnico come Spalletti che sembra esser riuscito a creare finalmente un gruppo?

"In questo inizio di campionato l'Inter ha centrato quattro vittorie, sembra una squadra molto concreta, non sviluppa un gioco bellissimo ma siamo all'inizio e come dice il tecnico si dovrà migliorare. E' per questo che i risultati ottenuti finora sono ancora più importanti. Per essere il nuovo Mourinho adesso Spalletti dovrà vincere qualcosa. Glielo auguro".

E' un'Inter che può pensare allo scudetto?

"Il non dover giocare le coppe è un vantaggio, sia fisico che psicologico. Penso che quest'anno l'Inter possa fare molto di più rispetto all'anno scorso e penso che potrà dare molto fastidio alla Juve, squadra che sarà protagonista fino alla fine e che resta la favorita per il titolo. Spero che quest'anno l'Inter non si sgonfi e che possa giocarsela fino alla fine".

Il progetto dell'Inter sembra godere di migliore salute rispetto a quello del Milan.

"Il Milan ha cambiato di più e ci vorrà più tempo, ma anche i rossoneri potranno entrare a far parte di quelle 5-6 squadre destinate a giocarsela per i primi posti".

Pensi che il Napoli quest'anno possa puntare al titolo?

"E' una squadra che sa stare in campo, giocano bene, se non vince quest'anno sarà condannata ancora una volta ad essere l'eterna seconda. Al di là dei sei gol di ieri, mi piacerebbe vedere gli uomini di Sarri riuscire a finalizzare tutte le occasioni che riescono a creare".

Una squadra che ti ha colpito in questo avvio di stagione?

"L'Atalanata per spirito di squadra mi piace molto. E anche il Milan non mi dispiace".

Campionato spaccato in due: sono troppe 20 squadre?

"Sì, la competitività potrebbe migliorare ma non è detto. Il rischio è che dopo dieci, dodici turni il campionato perda moltissimo interesse. Le sorprese ci sono sempre, ma sono le grandi squadre a crearle quando incontrano avversarie più deboli scendendo in campo deconcentrate".