Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloternanaturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

TMW RADIO - Branchini: "Sistema da resettare. Non conta presidente o ct"

TMW RADIO - Branchini: "Sistema da resettare. Non conta presidente o ct"TUTTO mercato WEB
© foto di Pietro Mazzara
giovedì 30 novembre 2017, 22:002017
di Ivan Cardia
fonte Intervista a cura di Niccolò Ceccarini

Un ospite di livello internazionale per il TMW Radio Night Show. Nel corso della trasmissione, in onda su TMW Radio dalle 20 alle 24, Giovanni Branchini, agente tra gli altri di Mattia De Sciglio, ha analizza il momento del calcio italiano, dopo la delusione per la mancata qualificazione a Russia 2018: "Si deve ripartire resettando completamente il sistema calcio. Non dobbiamo pensare che sia un ingranaggio a essersi inceppato: è l'intero meccanismo che va rivisto. Tutte le componenti devono prendere atto che quanto accaduto non è che la logica conseguenza degli ultimi 10-15 anni. Non è un caso che il nostro calcio non produca un campione con la c maiuscola da almeno 10 anni. Abbiamo sempre avuto diversi giocatori di caratura mondiale, cosa che in questo momento ahinoi non abbiamo".

Totti ha detto che ci vorrebbe Tommasi a guidare la FIGC.
"Io credo che il problema non sia il presidente, o l'allenatore della Nazionale. Penso che vadano cambiati i testi e gli insegnanti di Coverciano, la mentalità dei media e la politica delle società. Ci si deve guardare in faccia, avere tutti l'umiltà di fare un passo indietro e tre avanti. Noi continuiamo a esprimere talenti, ma dopo 2-3 belle prestazioni già si trovano con lo status di campioni sulle prime pagine dei giornali, pompati con tutto ciò che questo comporta. Questo non dà il tempo al talento di diventare un campione".

Lei aveva detto che Ancelotti non avrebbe accettato la panchina dell'Italia.
"Io ho semplicemente espresso quella che in cuor mio era una certezza. Ero certo che Ancelotti non avrebbe preso in considerazione la panchina della Nazionale. Non perché non la rispetti, ma perché in questa fase della sua carriera ha altri obiettivi. Era una mia idea, che troverà riscontro o meno in futuro, ma non un certo un virgolettato da attribuire ad Ancelotti".

Si aspettava il suo esonero dal Bayern Monaco?
"No, è stata una sorpresa. È vero che le cose non andavano benissimo: qualcosa non si è sviluppato nel rapporto fra Carlo e l'ambiente. Non pensavo si arrivasse a una soluzione del genere, ma può capitare. Un club come il Bayern, quando sente di dover prendere una decisione lo fa in modo repentino, non ha ripensamenti. Il tempo dirà se è stata una scelta giusta o meno".

Lei ha frequenti rapporti col Bayern Monaco: potrebbe cedere Vidal o Renato Sanches in via definitiva?
"Non credo. L'unico che poteva essere in bilico era James Rodriguez, che ora sta giocando con regolarità e anche bene. Gli altri giocatori erano arrivati per scelta condivisa con la società. Vidal addirittura era stato acquistato prima dell'arrivo di Ancelotti. E nel caso di Sanches ero certo che il Bayern in estate lo avrebbe prestato solo a certe condizioni".

Alla Juventus c'è Douglas Costa e i tifosi si chiedono quanto ci vorrà per vederlo al meglio. Un anno?
"Mi auguro di meno. Nel mio ruolo non ho una conoscenza diretta sullo sviluppo del suo rendimento. Douglas Costa ha grandissime qualità: gli è stato chiedo di adattarsi a un calcio più tattico e con risvolti difensivi diversi da quelli del calcio che aveva vissuto in passato. Penso che non fosse facile, e credo anche che stia rispondendo. Non dimentichiamoci che in tanti casi abbiamo visto giocatori avere bisogno di 5-6 mesi, se non una stagione, per avere un rendimento costante".

Dopo il gol col Crotone ha detto che De Sciglio ha aspettato troppo a segnare.
"È stato il primo gol in assoluto. È un giocatore molto dotato tecnicamente, e uno come lui deve avere una certa frequentazione con il gol. Era un'anomalia il fatto che finora non avesse mai segnato, siamo molto contenti che abbia riempito una casella vuota con un gol così bello".

Si aspettava l'esonero di Montella?
"Ho imparato da tempo a non aspettarmi nulla e a non fare pronostici. Le dinamiche interne e gli accordi non scritti che si sviluppano nel quotidiano sono cose che ci sfuggono. Onestamente la prestazione col Torino non è stata scadente, a differenza del risultato".

Gattuso?
"Lo vedo con simpatia, come tutti. Penso che potrà instaurare un rapporto sincero e onesto con tutti. Credo e spero che riesca a trovare gli equilibri in una squadra che non è sensazionale come si pensava, ma è comunque una buonissima squadra".

Inter da scudetto con un paio di acquisti, oppure lo è già?
"Penso che non abbia bisogno di grandi innesti per essere competitiva. Sta dimostrando col lavoro di Spalletti di avere una grande solidità. Forse qualche giocatore è stato iper-valutato, come succede spesso. Però credo che adesso la quadratura del cerchio sia molto vicina. Penso che i tifosi dell'Inter siano contenti di vedere una squadra quadrata, robusta, con una certa abitudine a vincere le partite".

Domani Napoli-Juventus. Può essere decisiva?
"Io credo che una vittoria possa voler dire molto sia per l'una che per l'altra. Sarebbe determinante per entrambe, mentre il pareggio sarebbe più favorevole alla Juventus che non al Napoli. Manterebbe la distanza immutata, e credo che non sarebbe un risultato negativo per la Juve".

Roma e Lazio dove potranno arrivare alla fine?
"Io credo che si debba avere l'onestà di ammettere che sono più in alto di quanto ci aspettassimo. Poi dove arriveranno dipenderà da molti fattori. Però che stiano facendo molto bene io penso che sia indubbio".

Giuseppe Rossi torna in Italia.
"Ci aspettavamo tanto da lui. Certo, quando la sventura ti si accanisce contro e non hai modo di portare a termine la tua evoluzione sei fuori concorso. Gli si deve augurare solo fortuna e che la mala sorte lo abbia abbandonato. La cosa importante è che tutti noi, specie i media, è che facciamo un grande danno ai calciatori quando li usiamo esaltandoli in maniera spropositata. Nella maggioranza dei casi creiamo loro un danno perché non li mettiamo in un circolo virtuoso che consenta loro di crescere. Penso che sia uno dei vero problemi del nostro calcio. Poi anche a livello giovanile c'è molto da rivedere".

Federico Chiesa ha qualcosa del padre?
"Io sono convinto che i talenti ci siano, e che il nostro calcio tornerà dove gli compete. Però dobbiamo dare tempo a questi ragazzi di diventare dei campioni. Al di là dell'ingobbirsi nella corsa non mi ricorda il padre che era un calciatore diverso. Però è un giocatore validissimo, molto intelligente e umile: ho avuto la fortuna di conoscerlo per interposta persona. Ho solo pareri positivi da spendere nei suoi confronti e penso che sia uno degli esempi su cui puntare. Sempre senza commettere l'errore di pensare che inserendo Chiesa e magari Ancelotti la nostra nazionale diventa forte. Lo farà quando avremo un gruppo di calciatori importanti con alcuni elementi di spicco. È il movimento a dover ripartire".

C'è qualche eccezione: l'Atalanta è un'oasi nel deserto?
"Però abbiamo anche visto che certi giocatori, molto quotati nell'Atalanta, quando hanno fatto il salto di qualità si sono fermati. Probabilmente il passo era troppo lungo. È questa l'attenzione che ci deve essere: diamogli tempo. Ricordiamoci a quanti anni Bruno Conti è diventato Bruno Conti. Ci sono pochissimi giocatori che a 20 anni sono dei campioni: potremmo fare un elenco, certo, ma sono eccezioni. Gli altri a 18-19 hanno potenzialità: aiutiamoli a diventare campioni. Questo riguarda anche il lavoro degli agenti e delle famiglie, ma ci deve essere sintonia".

Pavoletti come sta vivendo la sua esperienza a Cagliari?
"Molto bene. Mi ha detto che la squadra è in crescita e lui si trova benissimo. Mi aspetto una seconda parte di campionato molto positiva".

Chiudiamo con uno sguardo alla Champions League. Dopo il mercato faraonico, il PSG può vincerla?
"La storia ci insegna che col mercato soltanto non si vince. Io credo che al PSG manchi un'anima sportiva: ho visto come si muove la società, che ha grandi mezzi e non fa mancare nulla ai calciatori. Manca quell'esperienza sportiva che è indispensabile per raggiungere certi obiettivi".

Vale lo stesso discorso per il City?
"No, il City è diverso. Lì ci sono componenti di esperienza che riescono a cementare club e spogliatoio. C'è una matrice sportiva, che nel PSG è quasi inesistente. Non c'è la conoscenza di quelle che sono le dinamiche dello sport, né ovviamente il loro rispetto. Molte volte gli equilibri sono importanti come il miglior calciatore".

Quindi bisogna stare attenti ai soliti noti.
"Io credo che alla fine chi ha storia, esperienza e sa come funziona uno spogliatoio abbia sempre dei grandi vantaggi".