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TMW RADIO - Pizzul: "L'Udinese fa fatica, peggio di così non poteva iniziare"

TMW RADIO - Pizzul: "L'Udinese fa fatica, peggio di così non poteva iniziare"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 28 settembre 2017, 07:072017
di Raimondo De Magistris

Il noto giornalista e telecronista Bruno Pizzul è intervenuto a 'TMW Radio' nel corso della trasmissione 'Due in Fuorigioco'.

Partiamo dalla sua squadra del cuore: come giudica l’avvio in Serie A dell’Udinese?
“Non è un momento ottimale, peggio di così non poteva andare. Siamo all'inizio ma è evidente che la squadra fatica tremendamente. Non sono ancora maturate le situazioni di crescita sui giovani che sembravano in procinto di sbocciare. I tifosi sono arrabbiati e preoccupati ma ci sono tutte le possibilità per tirarsi fuori. I friulani restano un cliente fisso in Serie A e ha grande tradizione. Si aspetta che Del Neri riesca a regalarle una fisionomia ideale”.

Più in generale: il campionato è già scritto?
“Ormai da anni domina la Juve. Era già successo anche in passato. Forse solo il Grande Torino avrebbe potuto fare meglio prima della tragedia di Superga. Oltre alle milanesi, di tanto in tanto si è visto qualche inserimento del Napoli, del Verona e del Cagliari. Quest’anno la Juve non diverte ma vince sempre. Il Napoli, d’altra parte, gioca un calcio spettacolo, ma questa è una condizione imprescindibile per la continuità della squadra di Maurizio Sarri”.

Montella è l’uomo giusto per il Milan?
“Credo che Vincenzo abbia dimostrato che nonostante la giovane età capisce tanto di calcio. Un calcio propositivo e d’attacco. Chiaro che le aspettative in seguito del mercato erano alte. Si pensava che quel famoso closing portasse difficoltà economiche e invece i rossoneri hanno speso tanto. Sono arrivati molti nuovi giocatori e ora serve tempo per trovare la quadratura perfetta. E’ un momento delicato dopo che le ultime prestazioni hanno generato evidenti malumori. Questo perché la squadra non si improvvisa mai”.

Che impressione le ha fatto l’Inter di Spalletti?
“Senza fare grandi cose i nerazzurri fanno risultato, anche se qualcuno dice che il calcio espresso non è consono rispetto all’estetica che ci si aspetterebbe da un club di questo livello. Spalletti comunque sa fare gruppo e insegnare calcio. Oltre a Roma e Napoli c’è sicuramente anche la squadra nerazzurra”.

Una cosa che rimpiange del passato e che porterebbe nel calcio attuale?
“Rimpiango la qualità dei rapporti umani che caratterizzavano quel mondo del calcio, al di là dell’agonismo. I calciatori giocavano, mangiavano e amavano passare il tempo insieme. Oggi quando vado a trovare le squadre, mi accorgo che conclusi i cosiddetti momenti obbligatori i giocatori spariscono. Ognuno va per i fatti suoi. Manca il piacere di stare insieme. Il gruppo si cementa anche vivendo la piacevole compartecipazione, frequentandosi e uscendo oltre le mura dei centri sportivi. Funzionava così pure tra giornalisti e calciatori. Un rapporto di cortesia che andava oltre le interviste. Peccato che le relazioni attuali si basano ormai soprattutto sui social”.

Zeman ha definito il VAR non positivo: è d’accordo?
“Penso che bisognava cercare di dare un ausilio alla classe arbitrale, ma temo che un eccessivo uso della tecnologia possa comportare situazioni che finiscono per ostacolare il senso di una partita di calcio. Altri strumenti utilizzati sono certamente sacrosanti per il corretto svolgimento di una gara, ma il VAR andrebbe usato solo in caso di errori macroscopici da parte del direttore di gara. Ho visto annullare gol in Milan-Udinese che non avrei mai pensato. Ricordo che il calcio è fatto di errori ed entusiasmo. Quando questo viene soppresso in seguito ad una contro-decisione del Var, il calcio smette di essere ciò che è sempre stato”.

Nazionale e telecronache: perché non esiste più una voce fortemente identitaria?
“Prima la Rai aveva percorso questa abitudine di individuare una voce e lasciare che questa rappresentasse la nazionale quando scendeva in campo. Penso in special modo a Carosio e Martellini. Ne ho sentito di validissimi, ma forse la tv ha preferito coltivare questa proliferazione di voci che però non credo fosse la strada giusta. Per quanto mi riguarda preferivo fare le telecronache individuali. Spesso però ultimamente mi affiancavano il commento tecnico. Non è insolito riscontrare un’inflazione verbale non gradita. C’è comunque qualcuno che ha fatto un deciso passo indietro, come il caso di una tv tedesca che ha scelto di ritornare a raccontare le partite di calcio con una sola voce. Trovo giusto seguire lo svolgimento del match, dando la possibilità a chi guarda di interpretare ciò che vede. Mi capita di ascoltare tante voci che coprono ogni singolo spazio di ciò che viene trasmesso”.