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Una due giorni doubleface, Napoli si complica la vita, la Roma stupisce. Per ora chi cambia meno stupisce: è un caso?

Una due giorni doubleface, Napoli si complica la vita, la Roma stupisce. Per ora chi cambia meno stupisce: è un caso?TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 2 novembre 2017, 07:002017
di Luca Marchetti

Poteva essere una due giorni europea dal sapore completamente diverso. La sorpresa della Roma poteva davvero essere l'ago di una bilancia che volgeva al positivo. E invece prima la Juventus che ha faticato troppo contro lo Sporting, e il Napoli contro il City ha giocato, sicuramente meglio dell'andata soprattutto la prima mezz'ora, ma ha perso e quello che pesa di più è che il cammino in Europa ora si fa molto più difficile perché non dipende tutto dal Napoli. Potrebbe non basterebbe neanche vincerle tutte e due se il Barcellona non dovesse battere lo Shakhtar all'ultima giornata. E questo Napoli non lo meriterebbe, vista la qualità di gioco che esprime. Ma l'unico passo falso è quello fatto in Ucraina, l'unico della stagione. Perché le due partite con il City hanno sicuramente dimostrato che gli inglesi sono più forti del Napoli (e non solo...) ma paradossalmente hanno anche dimostrato che il Napoli lassù ci può stare. Ci sono dei dettagli che devono essere messi a posto: dettagli che possono fare la differenza. Sarri giustamente sottolinea le 24 in meno di riposo, qualcuno gli contesta l'accortezza sui calci piazzati, Sarri stesso parla di un Napoli sbilanciato alla ricerca della rimonta con 4 punte in avanti. Di sicuro la partita è cambiata con l'infortunio di Ghoulam. E questo porta a due considerazioni: la prima è che l'infortunio è una sfiga, non si può prevedere, avrà ripercussioni anche in futuro perché si parla di crociato. La seconda è che probabilmente, ancora, i ricambi del Napoli non sono tutti all'altezza dei titolari. Senza nulla togliere, naturalmente, alle riserve degli azzurri, ma è evidente che arrivati a certi livelli anche le scelte di mercato fanno il resto. Le scelte o le necessità...
Quindi questa due giorni ci consegna un Napoli che dovrà sudare (anche troppo) per la qualificazione, una Roma che capovolge tutti i pronostici del suo girone e una Juve che aveva un match ball e non l'ha sfruttato appieno.
La Roma obiettivamente è quella che ha meravigliato di più. In assoluto. E forse insieme all'Inter quella che ha dato la sensazione di crescita. Saranno solo sensazioni, appunto. Ma le tre squadre che sembrano più in forma (Napoli; Roma e Inter) sono quelle che hanno cambiato di meno.

Il Napoli quasi nulla, neanche l'allenatore. Giallorossi e nerazzurri hanno iniziato la stagione in mezzo allo scetticismo. Il tifoso interista si aspettava un altro mercato si è ritrovata quasi con gli stessi giocatori ai quali però Spalletti ha dato un peso specifico diverso. Il tifoso giallorosso è stato costretto a salutare (oltre a Totti) un paio di pezzi da novanta e si ritrovava in panchina un allenatore giovane e rampante, di cui si è sempre parlato bene ma "vediamo che farà a Roma". Eccolo servito. La Roma ha un'anima. Diversa da quella spallettiana, ma non per questo meno efficace. Di Francesco ha dimostrato di meritarsela eccome una grande. Con un mercato difficile, diverso. Con un marchio, quello di Monchi, improntato sempre alle plusvalenze e che finora (anche per scelta l'altra sera dichiarata dello stesso allenatore) si è appoggiata molto a quelli dello scorso anno (Kolarov escluso).
Questa considerazione ci porta a uno studio del CIES, che sottolinea come ormai soprattutto nei maggiori campionati europei si tenda a cambiare tanto. Ed è un dato in crescita rispetto alle ultime stagioni.
La percentuale europea di giocatori cresciuti nel club è ormai al 18,5%. Gli stranieri salgono (sempre in Europa) al 39,7% (pensate che il dato in Italia è 54,3% di stranieri). Ma il dato che forse dovrebbe farci riflettere di più in fase di programmazione è questo. 44,8% di giocatori "nuovi" nelle squadre Europee. Quasi la metà, un dato che dal 2009 è cresciuto di quasi 10 punti percentuali. L'Italia cambia ogni anno il 46% dei giocatori in rosa (mediamente). E come dimostra il Milan cambiarne troppi non è mai semplice e soprattutto non è scontato vincere. A proposito vedremo stasera che tipo di risposte darà Montella...