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esclusiva

Pezzella: "Centrale? Mi trovo bene, ma conta la testa..."

ESCLUSIVA TMW - Pezzella: "Centrale? Mi trovo bene, ma conta la testa..."TUTTO mercato WEB
© foto di Giuseppe Scialla
sabato 28 luglio 2018, 17:422018
di Stefano Sica

Attualmente sta svolgendo la preparazione precampionato con gli svincolati dell'Equipe Campania che svolgono i loro allenamenti a Mugnano. Stamattina l'ultima seduta settimanale, sotto gli occhi vigili del tecnico Guglielmo Tudisco e del coordinatore regionale AIC Antonio Trovato. Lunedì pomeriggio si riprende a lavorare, dopo un giorno di stop. Gigi Pezzella (37) è uno dei leader di questo gruppo al quale, oltre a Troianiello e Maraucci, si è aggregato anche Giuseppe Allocca, esperto centrale difensivo che ha vestito la maglia del Savoia durante l'ultima stagione. Pezzella, invece, lo scorso anno ha militato nell'Aversa Normanna, ritrovando una categoria che gli mancava dal 2006, quando contribuì alla promozione del Sorrento in C2. Da allora ben 11 anni tra i professionisti con esperienze tra le file di Avellino, Casertana, Salernitana, Juve Stabia e Foggia. Fisico integro e ancora tanto entusiasmo da spendere, peculiarità che si coniugano con un curriculum di tutto rispetto, impreziosito qualche anno fa dall'abilitazione ad Allenatore di Base-UEFA B. "Sono contento di essere di nuovo qui, peraltro non è la prima volta che accade - il suo esordio -. Mi aggregai all'Equipe prima di andare sia a Salerno sia successivamente a Caserta. Il nostro è un vero e proprio ritiro, ci alleniamo con scrupolo e seguiamo una tabella alimentare rigorosa. Professionisti lo si è prima nella testa".

Ad Aversa ti sei riscoperto centrale dopo una vita da esterno sinistro.
"La mia carriera si è svolta sempre lì, sulla fascia. Tuttavia non sono mai stato un esterno bloccato, mi è sempre piaciuto agire anche in fase offensiva per le caratteristiche tecniche e fisiche che avevo. Non a caso non ero dotato della fisicità giusta per fare il centrale in C e due anni fa a Caserta, nelle prime partite, ho fatto l'esterno anche nel 3-4-3. Ad Aversa eravamo una squadra molto giovane e strutturalmente non coesa tra i reparti. Mi sono dovuto adattare al centro anche per questo motivo. Però i riscontri sono stati positivi e i complimenti di tanti colleghi e addetti ai lavori mi hanno fatto davvero piacere. Ho giocato 31 partite da centrale e mi sono trovato molto bene in questa nuova veste. Sia che giocassimo a quattro o a tre, dove mi sono posizionato come terzo di sinistra. Poi è chiaro che sarebbe ottimale avere affianco un compagno più strutturato fisicamente".

Perdere la D per l'Aversa, reduce da tanti anni tra i Pro, è stato drammatico. Cosa ha causato questo crac?
"Di motivi ce ne stanno tantissimi. Se parlo a livello personale, per me è stata la prima annata storta in carriera. Ho avuto la fortuna e il merito di vincere tantissimo. E quest'anno pure l'abilità nel sapermi misurare in un ambiente, in una categoria e in un ruolo diversi. Mi ha aiutato l'umiltà. Non ho mai pensato al passato e mai ho fatto pesare i miei trascorsi. Sono fatto così. Penso di aver dato una grossa mano dentro e fuori dal campo, prendendomi anche responsabilità che non erano mie. Forse ad Aversa i presupposti per fare calcio erano pochi. E dispiace perché questa città aveva respirato aria di professionismo per tante stagioni. Credo però di essere capitato lì nell'anno peggiore nella storia di questo club. Tuttavia siamo retrocessi tutti, anche noi calciatori. Però non ho rimpianti o un particolare rammarico, perché ritengo di aver dato tutto me stesso. Lo scorso inverno ero stato cercato anche dal Potenza, potevo andare lì a vincere l'ottavo campionato della mia carriera. Ma avevo un accordo con Pasquale Corvino che ho voluto rispettare. E sono rimasto".

A vedere come stai lavorando, le scorie psicologiche di questa annata sembrano superate...
"Infatti sono qui all'Equipe proprio per ripartire quanto prima. Ho voglia, mi alleno fino all'ultima goccia di sudore, sto bene e credo di potermi ancora proporre per qualcosa di importante. Però non ho la fretta degli anni scorsi. Ho già avuto diversi contatti, ma non c'erano i presupposti minimi per accettare. Poi potevo andare a Malta, in massima serie. Devo dire che ci ho riflettuto un po', poi ho pensato che fosse giusto restare vicino alla mia famiglia, specie alla mia età. Ripeto, non voglio sbagliare scelta. Quindi non mi farò prendere dalla fretta di decidere".

Dieci anni di Sorrento: è lì che hai spiccato il volo.
"Il ritorno in D mi ha fatto piacere perché di quelle annate ho ricordi meravigliosi. Lì è iniziata la mia scalata. Abbiamo vinto due campionati di fila, dalla D alla C1 e, se questo è accaduto, è perché il nostro era un gruppo che aveva fame, che era mosso da una grande voglia di vincere. Eravamo una vera e propria famiglia, un blocco unico che si muoveva sempre verso la stessa direzione. Forse un ambiente così genuino come quello di Sorrento non l'ho più trovato. Ci vorrebbe solo un po' più di gente allo stadio, ma questa resta una piazza ideale per qualsiasi tipo di calciatore".

Come stai vivendo questa situazione delicata dell'Avellino?
"Anche io ho girato un video per esprimere vicinanza alle sorti dei Lupi. Perdere l'Avellino sarebbe un delitto per il calcio italiano. Un club ricco di storia e di blasone non può sparire così. Ricordo ancora la vittoria del campionato di C1 nel 2013 con mister Rastelli: anche lì si era formato un grandissimo gruppo. Forse non eravamo chissà quanto superiori ad alcune dirette concorrenti, però abbiamo vinto perché eravamo un nucleo di giocatori abituati a vincere, e quindi con una mentalità vincente che ci accompagnava. Sarebbe un peccato veder sfumare tutto, ma sono fiducioso anche per la scelta del club di affidarsi ad un legale che è una garanzia".

Che ne pensi dell'introduzione delle seconde squadre in serie C?
"Quella attuale non è più la C di una volta. Me ne accorgo anno dopo anno. Io che l'ho vissuta a lungo non posso non essere amareggiato per questi cambiamenti. Girano pochi soldi e in pista ci sono troppi giovanissimi non pronti. Si sa che se è un ragazzo è bravo gioca sempre, non lo scopro io. Invece oggi il loro impiego è forzato. Le seconde squadre non apporteranno alcun beneficio. Mi sembra che solo la Juve si iscriverà, quindi vedo delle falle già in partenza. Intanto resta sempre il problema di un calciatore che, appena non è più un giovane di serie in D, fa fatica ad accasarsi. Al netto della serie A, il calcio sta morendo in tutte le categorie, tra società che falliscono ed altre che non godono di alcuna stabilità. Significa che è sbagliato tutto alla base e qualcuno dovrebbe pur farsi delle domande su come rigenerare il sistema. E pensare che la serie C dovrebbe essere il canale privilegiato per traghettare tanti calciatori verso altissimi livelli...".

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