L'Italia che verrà: il fallimento di Euro 2015 e il paragone con le big
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Fuori alla fase a gironi dell'Europeo 2015, dietro a Portogallo e Svezia. E' la generazione di mezzo, tra i grandi del 2006 e l'Italia di adesso, quella che ha fallito. Quella in cui i grandi club non hanno creduto e ill presente di tanti di questi calciatori, comunque giovani, comunque con grande futuro, lo dimostra. Era l'Europeo di Emre Can, Matthias Ginte, Marc-André ter Stegen, Joshua Kimmich. Di Bernardo Silva, di Harry Kane, di Jesse Lingard, di John Stones, di Andreas Christensen. Di tanti giocatori che sono titolari nelle grandissime squadre europee. Di quell'Italia, invece, tre sono alternative della Juventus (Rugani, Sturaro, Bernardeschi) e tra le grandi d'Italia c'è solo Romagnoli come colonna difensiva del Milan. Nessuno di Napoli, Roma, Inter, Lazio. Tre titolari nella Fiorentina, due nel Torino, Zappacosta al Chelsea, ma quell'Under 21 è forse la generazione di mezzo che è mancata all'Italia per essere considerata anche oggi un vero, grande, e futuribile progetto.
Portieri: Bardi (Frosinone), Sportiello (Fiorentina), Leali (Perugia).
Difensori: Sabelli (Bari), Biraghi (Fiorentina), Rugani (Juventus), Romagnoli (Milan), Barba (Sporting Gijon), Bianchetti (Hellas Verona), Izzo (Genoa), Zappacosta (Chelsea).
Centrocampisti: Crisetig (Bologna), Viviani (Spal), Sturaro (Juventus), Benassi (Fiorentina), Baselli (Torino), Battocchio (Maccabi Tel Aviv), Cataldi (Benevento).
Attaccanti: Belotti (Torino), Berardi (Sassuolo), Bernardeschi (Juventus), Trotta (Crotone), Verdi (Bologna).