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Le parole che non ti ho detto

Le parole che non ti ho detto
mercoledì 12 dicembre 2018, 12:152018
di Pietro Lazzerini
fonte Dal nostro inviato a Plzen

La vigilia della sfida contro il Viktoria Plzen, non è stata condita soltanto dalla faccia tesa e un po' abbattuta di Eusebio Di Francesco in conferenza stampa, ma anche da alcune dichiarazioni a Sky Sport di Monchi. Il dirigente spagnolo, sostenitore assoluto del lavoro del proprio tecnico, anche contro il volere del presidente Pallotta, da tempo sul piede di guerra, pare vivere un momento simile a quello della squadra. Se da una parte sta lavorando ovviamente al mercato che verrà, dall'altra la sensazione è che non vada mai fino fondo ai problemi che affliggono i giocatori e il club in generale. E anche quando prova a mettere i puntini sulle i con una certa decisione, il dubbio che qualcos'altro possa bollere in pentola c'è sempre.

IL CASO DIFRA - Il ds romanista e Totti, sono gli uomini che stanno permettendo a Di Francesco di continuare a lavorare. Ieri Monchi si è preso anche parte della responsabilità, distribuendola inoltre a tutti i piani societari. Un modo corretto per lasciare sereno l'allenatore, che però riceve dagli States sempre parole poco edificanti che cozzano con questa difesa e ingrigiscono le giornate romane. Anche Monchi sa che la situazione è una polveriera, e si augura con tutto il cuore che a Plzen tutto fili liscio per arrivare quanto meno al Genoa senza ulteriori polemiche.

VADO O RESTO? - Per quanto riguarda il suo futuro, ieri Monchi è stato chiarissimo: "Voglio restare a lungo al fianco di questa società". Una "scommessa" che per il momento non sta regalando i frutti che in molti si aspettavano di raccogliere. Neanche il dirigente è pienamente soddisfatto, tanto che la sensazione di un addio a fine stagione a prescindere dalle dichiarazioni o dal rendimento stagionale della squadra, è sempre presente. Lo cercano con insistenza da Parigi, e anche a Barcellona ha diversi estimatori. La piazza di Roma lo ha già messo spesso sulla graticola al pari di Di Francesco, cosa che alla lunga, per un dirigente vincente come lui, potrebbe pesare e non poco. Poi la figura di Baldini, molto vicino a Pallotta, è sempre più ingombrante. Altro motivo per cui va bene credere nelle parole del ds, ma è altrettanto giusto tenere gli occhi ben aperti perché l'estate è lontana ma non troppo.

IL RITIRO - Monchi ha parlato anche del ritiro pre partita voluto dalla società per "capire cosa non va bene". Un modo di intendere l'avvicinamento alle gare che non piace ai calciatori ma che resiste nonostante il passare del tempo e i cambiamenti del calcio moderno. Lo spagnolo ha sottolineato anche come "talvolta le soluzioni vengono trovate dai giocatori parlando tra loro". Un curioso modo di intendere la possibile uscita dalla crisi, visto che i giocatori anche senza ritiro vivono almeno 6 ore al giorno fianco a fianco. Se di "patto" si deve parlare, non per forza deve venire da un ritiro, anzi. L'imposizione forzata di lunghe ore passate insieme lontano dalle famiglie, spesso provoca l'effetto contrario. I giocatori devono pensare da soli a prendersi le responsabilità del pareggio in Sardegna e dell'andamento lento di questa stagione, con o senza ritiro. Difficile pensare a uno spogliatoio maturo e pronto alla rinascita, se deve essere imboccato dalla società per trovare un po' di orgoglio.