Napoli, crollo verticale: lo Scudetto sfuma prima ancora di giocare
Possono iniziare a scorrere i titoli di coda sul campionato. Il grande sogno del Napoli termina a Firenze, perdendo addirittura dopo trenta gare l'imbattibilità esterna (l'ultimo ko risaliva all'ottobre 2016), ma probabilmente i motivi reali vanno ricercati a quanto accaduto qualche ora prima nell'anticipo serale, portando a più di una riflessione sulla necessità di avere la contemporaneità nella lotta Scudetto.
E' più di una sensazione che il Napoli non sia sceso in campo, ma sia rimasto davanti alla tv, affranto e spento dalla rimonta della Juventus in una gara sofferta, giocata male dai rivali, ma che alla fine ha portato tre punti decisivi per lo Scudetto - considerando anche il ko dell'Inter che manda in sostanza in Champions la Roma che alla penultima affronta la Juve - , non senza polemiche arbitrali che continuano a far discutere. Uno scenario già accaduto con la Juventus vittoriosa sul campo della Lazio allo scadere, in un'altra gara controversa, col Napoli che scese in campo subito dopo non entrando mai in partita nonostante il vantaggio iniziale. Un limite chiaramente della squadra di Sarri, ma umano e per certi versi normale per una squadra con poca esperienza e mai prima d'ora a questi livelli.
A complicare ulteriormente il pomeriggio degli azzurri ci ha pensato Koulibaly, espulso dopo appena otto minuti per un intervento folle e insolito per uno come lui, quasi a conferma del black-out mentale già descritto. Alla prima difficoltà, seppur non di poco conto, stavolta è mancata quella forza interiore per rispondere all'avversità. Con l'uscita di Jorginho per far posto a Tonelli la squadra di Sarri s'è persa non riuscendo mai ad uscire col possesso - merito anche di una Fiorentina organizzata ed in grande giornata - senza la possibilità di poter variare appoggiandosi ad una punta fisica. Milik è entrato con la squadra già in riserva per lo sforzo e giochi ormai fatti. Non il miglior modo per il Napoli di concludere un campionato così esaltante, ma sconfitta che non può condizionare i giudizi su una squadra che per gran parte del campionato ha incantato, fatto sognare la città e messo in crisi - almeno fino a poche ore fa - la superpotenza bianconera.