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Roma, De Sanctis: "Diventerò allenatore, ma per ora resto team manager"

Roma, De Sanctis: "Diventerò allenatore, ma per ora resto team manager"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
mercoledì 18 luglio 2018, 22:152018
di Pierpaolo Matrone

Morgan De Sanctis, team manager della Roma, è intervenuto ai microfoni di RomaTv: “Faccio questo lavoro da meno tempo, per me è il primo ritiro. Mi aspettavo che fosse tosta, e infatti lo è. È chiaro, è un periodo dove ci stanno tante cose da fare e da spiegare, tutta questa mole di lavoro si riversa nel nostro ufficio, ma si fa tutto in modo veloce e rapido. All’interno di questo contesto ci sono tutte le facilities per lavorare, per far sì che i giocatori si allenino al meglio”.

Essere calciatore ti ha aiutato? "Fondamentalmente avevo solo questo, quando fai il calciatore fino a 40 anni. Mi ero occupato anche di altro, però avevo solo una profonda conoscienza dello spogliatoio e un grande senso di responsabilità. Sono complementari a quello che sa fare Gianluca, bravissimo nell’esecuzione tecnica. Chi ha scelto sia me che Gianluca lo ha fatto in funzione di questo”.

Di Francesco ha cominciato facendo il Team Manager. Tu cosa vuoi fare? “Lo ha fatto un anno perché ha capito che è tosta (ride, ndr). Ha scelto di fare l’allenatore, uno dei ruoli più complicati. Io faccio sempre una battuta, nel calcio ci sono quattro ruoli più ingrati: il portiere, il Team Manager, l’arbitro e l’allenatore. Arbitro non lo sarò mai, per quanto riguarda l’allenatore mi manca l’ultimo patentino, lo prenderò ma non ho le idee chiare. La verità è che per me è stato importante capire cosa volesse dire avere a che fare con la vita reale. Il calciatore a volte è considerato superficiale, è vero che a un certo livello ha un privilegio. Mi hanno detto che mi sarei reso conto alla fine di quanto ero fortunato, da quando ho iniziato a fare la persona normale, con una responsabilità, un lavoro, mi sono reso conto che è tosta. Sono molto soddisfatto di vivere la vita delle persone normali. Ringrazio la Roma che mi ha dato un’opportunità. Mi piace il calcio. Quando i calciatori smettono sono delle scatole, a seconda della carriera sei una scatola bella, quando finisci questa scatola si svuota del talento e va riempita. Molti calciatori non capiscono che servono sacrifici e la lasciano vuota e impolverata. Sono contento di aver iniziato questo percorso”.