Salernitana, Mantovani: "Mi adatto al modulo, l'importante è giocare"
Una vita in viaggio continuo. Roma -Torino da ragazzino, rotta calcistica che l'ha cambiato, trasformandolo da ragazzo in uomo. Poi Salerno, lottando per una maglia, conquistandola con merito, perdendola per un infortunio, rimettendosi però prontamente in carreggiata. Valerio Mantovani, difensore di qualità, è questo e molto altro. Sa che dopo gli anni da "grande promessa" ora gli tocca per forza di cose cercare la consacrazione definitiva, puntando al salto di qualità che si chiama Serie A. Ai microfoni di TuttoSalernitana.com il classe ’96 si racconta 360 gradi: svela le sue ambizioni. Ama mangiare la Gricia, e fare lunghe passeggiate con il fido Kuma e la sua amata Silvia, sognando un futuro da protagonista.
Tre anni di Salernitana con tre allenatori diversi. Sannino, Bollini e Colantuono. Che esperienze hai avuto con loro?
"Sannino mi ha regalato la grande gioia del debutto in B contro lo Spezia. Gli debbo molto, lo ringrazio ancora oggi a distanza di tempo. Con Bollini all'inizio ho giocato poco ma il mister mi teneva comunque in considerazione. Poi è cambiato tutto, al secondo anno ho giocato quasi sempre nel corso della sua gestione tecnica. Con Colantuono grande feeling fin dall'inizio, peccato per l'infortunio al soleo che mi ha bloccato sul più bello".
Circa un mese fermo? E' stato difficile riprendersi la fiducia del mister?
"Non si tratta di fiducia, c'erano altri miei compagni che stavano facendo bene. Era giusto che giocassero loro".
Poi è arrivato di nuovo il tuo momento...
"Si, ho trovato continuità nelle ultime partite di campionato"
A proposito di Colantuono: cosa vi siete detti quest'anno ad inizio ritiro dopo che s'era parlato di un tuo possibile trasferimento altrove?
"Niente di straordinario, il mister sa benissimo della mia assoluta disponibilità a qualsiasi tipo di impiego, nella difesa a tre come in quella a quattro".
Ritiro, compagno di stanza, legami: cosa succede in queste settimane al di là del lavoro sul campo
"Il ritiro equivale alla formazione del gruppo, a creare lo spirito giusto. Procede tutto bene, vedo un bel clima. Il mio compagno di stanza è Raffaele Schiavi".
Ha la possibilità di vendicarsi...
"Di chi?"
Di Schiavi...
"No, Raffaele posso solo ringraziarlo per quello che ha fatto per me, specialmente l'anno scorso, quando mi sono fermato per infortunio. In quel momento lui e miei amici romani, cioè Tuia e Bernardini, mi sono stati accanto alla grande. Con Tuia e Bernardini, vista la provenienza, ci siamo ritrovati spesso a tavola mangiando roba fortissima romana, la pasta alla gricia, l'antenata della matriciana".
Si parla di Roma e la domanda sulla tua avventura da ragazzino viene spontanea. Come si è sentito quando ha dovuto affrontare una realtà completamente nuova come Torino?
"All'inizio ovviamente rimani sorpreso e dubbioso, ma poi ti rendi conto che è un'esperienza che fa bene, ti aiuta a crescere".
Ma c'è sempre Roma nel destino, magari in futuro la Lazio...
"Per noi che aspiriamo a salire di categoria, è uno stimolo in più il collegamento tra Lazio e Salernitana. Continuo a sentire Strakosha e Luiz Felipe, sarebbe bellissimo ritrovarci assieme in A, ecco quando parlo del sogno nel cassetto mi riferisco anche a questo".
C'è chi tifa a quattro zampe per Mantovani...
"Esatto, il mio cane Kuma, ormai inseparabile, fa parte della mia vita".
Chi segue i gossip ci ha rivelato che è andato in vacanza con Silvia, senza Kuma...
"(Ride, ndr). Si è vero. In vacanza sono andato alle Maldive, io e la mia Silva. Non l'abbiamo portato, perchè faceva troppo caldo. Ma sono convinto che il mio fedele Kuma è pronto a vivere un altro campionato e tifare per me".
Un messaggio ai tifosi? Si sente di fargli una promessa?
"Non amo fare promesse e proclami, chiedo solo di continuare a starci vicino. Abbiamo bisogno del loro calore".