Un cruccio, due ruoli, una maledizione: Asamoah e la nuova avventura
![Un cruccio, due ruoli, una maledizione: Asamoah e la nuova avventura](https://tmw-storage.tcccdn.com/storage/archivio.tuttomercatoweb.com/img_notizie/thumb3/f5/f5b053a7e7ed96a6086dfd46ba8db059-55027-oooz0000.jpeg)
Un po' buon investimento, un po' oggetto misterioso. Quando Kwadwo Asamoah è arrivato alla Juventus, era difficile identificarne la posizione in campo. All'Udinese aveva sempre giocato (bene) da interno di centrocampo, a tre o a cinque che fosse. In bianconero, la linea mediana era composta dai mammasantissima Marchisio-Pirlo-Vidal, con tanto di arrivo di un certo Paul Pogba: difficile trovare un posto al ghanese.
Ci ha pensato Antonio Conte, che nel suo 3-5-2 iniziò a schierare Asamoah come esterno di sinistra: corsa, una buona fase difensiva, un discreto apporto di assist. Poche volte una trasformazione fu così azzeccata. Col passaggio della Juventus alla difesa a tre, il classe '88 di Kumasi è stato spesso e volentieri schierato come terzino sinistro: non un fuoriclasse, in quel ruolo. Ma il suo apporto non l'ha mai fatto mancare, a Conte come ad Allegri.
In attesa di capire se riuscirà a coronare il sogno Champions, cruccio della Juve del sestennio (settennio?) d'oro, Asamoah ha già pronta la sua nuova avventura. C'è l'Inter, c'è un contratto triennale già pronta, c'è una casa a Milano, dicono i bene informati, che lo aspetta. E se il progetto tecnico nerazzurro resta tutto da decifrare, il ruolo di Asamoah può essere duplice, anzi triplice. In un gruppo di giocatori che, poche eccezioni a parte, non ha mai vinto praticamente nulla, Asa può portare quella mentalità vincente che all'Inter così drammaticamente mangia. In campo, può giocare da interno di corsa e di inserimento nel centrocampo a tre che Spalletti fin qui non ha potuto impiegare con successo anche per l'assenza di un interprete di questo tipo. Oppure da terzino sinistro, sfidando la maledizione che affligge quella fascia da Roberto Carlos in poi. A parametro zero, e cresciuto in modo esponenziale nei sei anni di Juve, sembra tanto un buon investimento e ben poco un oggetto misterioso.