Sacchi: "I ragazzini terribili di Ten Hag uno show di armonia e bellezza"

Arrigo Sacchi analizza la due giorni di Champions League sulle colonne della Gazzetta dello Sport, elogiando apertamente la grande prova dell'Ajax, capace di vincere anche in casa del Tottenham: "Altra impresa dell’Ajax che vince, convince e diverte in Inghilterra. Il Tottenham soffre la mancanza di Son e Kane ma soprattutto la bravura dei ragazzi di Ten Hag. I primi 35 minuti sono terribili per gli uomini di Pochettino, travolti da un uragano: l’Ajax inizia come fanno solo le squadre con le idee chiare e fiduciose del loro sapere. E’ una squadra vera nello spirito ma soprattutto nel gioco e nelle conoscenze che consentono a questi giovani di sopperire a inesperienze e timori anche con la spregiudicatezza. I ragazzini terribili di Ten Hag sono stati uno spettacolo di armonia e bellezza, un gruppo che diverte e che è convinto che il miglior antidoto per fermare l’avversario sia il proprio gioco, così come il miglior propellente per vincere e migliorare le loro prestazioni. Diceva il grande commediografo Brecht: senza un copione ci può essere solo improvvisazione e pressapochismo. I ragazzi dell’Ajax sono una macchina in cui ognuno si muove ai tempi giusti e in relazione ai propri compagni, tutti uniti da un’idea comune che consente sempre le migliori scelte. In fase difensiva giocano a sistema puro, aiutati dal pressing feroce, dai raddoppi, da posizionamenti corretti, da collocamenti preventivi. Tutto ciò grazie alla compattezza e organicità. Così anche le marcature a scalare, l’anticipare le idee dell’avversario ne fanno una squadra attenta e ricca di conoscenze".
Barcellona-Liverpool: "È stata un’altra semifinale di altissimo livello, giocata senza preamboli e tatticismi. Il 3-0 a favore dei catalani punisce troppo severamente il Liverpool che ha pagato alcuni errori difensivi (vedi Van Dijk), qualche sbaglio di troppo nelle conclusioni e la straordinaria prestazione di Messi. Se Ronaldo è un fenomeno nello sfruttare le situazioni, Lionel non solo le sfrutta ma anche le crea. Contro un’ottima squadra e un Messi scatenato, forse gli uomini di Klopp avrebbero dovuto attuare, come al solito, un pressing più convinto e continuo. La squadra doveva essere corta e pronta a scalare e raddoppiare su tutti e in particolare sul fantastico numero 10".