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Chiellini, Vidal e la bottiglia. I libri non si scrivono per farsi degli amici

Chiellini, Vidal e la bottiglia. I libri non si scrivono per farsi degli amiciTUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
sabato 16 maggio 2020, 00:52Archivio 2020
di Simone Lorini

Giorgio Chiellini non si è certo fatto degli amici grazie alla sua autobiografia "Io, Giorgio", da pochi giorni nelle librerie. Dopo le polemiche a distanza con Felipe Melo e Balotelli, che a Chiellini non hanno regalato grandi gioie sportive, stavolta nel mirino è finito chi ha contribuito fattivamente alla storia della Juve e ai suoi trionfi. Il malsano rapporto con la bottiglia di Arturo Vidal, che peraltro rimane un obiettivo dell'Inter e quindi un potenziale avversario nel campionato italiano (lo è già in Champions League, ndr): "Uno come Vidal ogni tanto usciva e beveva più del dovuto, lo sanno tutti, si può dire che l’alcol era un po’ il suo punto debole. Mica ci mettiamo a discutere il campione, o la persona, per questo! Le debolezze fanno parte della natura umana, contano le conseguenze che possono avere su un gruppo. Il grande Arturo un paio di volte all’anno non si presentava all’allenamento, oppure arrivava che era ancora piuttosto allegro, diciamo così. Ma non ha mai battuto la fiacca, anzi, penso che a volte certi modi di essere diventino una forza. Purtroppo io ho conosciuto poco Paolo Montero, un altro che viveva la notte da re. E l’ultimo anno da noi, quando il suo rendimento era calato, Moggi andò da lui e gli disse: 'Paolo, ti prego, smetti di restare a casa la sera, torna quello di sempre!'. Anche Vidal era un po’ così. Ricordo ancora una tournée americana, eravamo a Miami la sera prima dell’ultimo allenamento prima di ripartire, in libera uscita. La mattina dopo, Arturo non si vedeva. Era a letto, e dovettero tirarlo giù a forza. Quel giorno provammo anche il nuovo materiale d’allenamento, eravamo tutti vestiti di nero e c’erano 40 gradi: il mister Conte non vedeva l’ora che Vidal in quello stato mollasse, per metterlo fuori rosa e dargli una punizione esemplare. Invece, dopo dieci minuti in cui Arturo sembrava ancora brillo e non vedeva neanche passare il pallone, finì l’allenamento che correva come un matto e staccava tutti di venti metri a ogni allungo. Cosa vuoi dire a una persona così, che tra l’altro porta gioia nel gruppo oltre a essere un trascinatore, un combattente e un grande campione?".

A onor del vero, in serata Chiellini ha ancora una volta parlato così della sua avventura letteraria: “Mi andava, assumendomi oneri e onori. E’ un momento della mia vita e della mia carriera in cui mi andava di fare una cosa del genere, senza nascondermi. Ho voluto veramente raccontare Giorgio, con i suoi pregi e i suoi difetti. Volevo lasciare qualcosa anche per il futuro. Ho scritto quello che pensavo, non volevo essere ipocrita dicendo che ho vissuto vent’anni di rose e fiori”.