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Joao Paulo: "Vi consiglio Everton del Gremio. Che bel Bari col prof. Salvemini"

ESCLUSIVA TMW - Joao Paulo: "Vi consiglio Everton del Gremio. Che bel Bari col prof. Salvemini"TUTTO mercato WEB
© foto di Marucci
lunedì 27 aprile 2020, 16:00Archivio 2020
di Lorenzo Marucci

Quando aveva la possibilità di mirare l'angolino con il suo sinistro magico, erano spesso dolori per gli avversari. Joao Paulo brasiliano del Bari a cavallo degli anni Ottanta e Novanta è stato uno degli idoli della tifoseria biancorossa. Seconda punta rapida, aveva una tecnica raffinata, da vero sudamericano. "Mi manca molto il Bari - dice a Tuttomercatoweb.com - è una parte importantissima della mia storia non solo calcistica. Lì è nato anche il mio primo figlio".

Segue ancora il Bari e la sua scalata per il ritorno verso le categorie superiori?
"Sì, mi dispiace non poter vedere le partite ma mi informo attraverso gli amici che mi mandano video e classifica".

Il rapporto insomma è sempre stretto?
"Sì, lì sono sempre stato alla grande. Abitavo a Santo Spirito-Palese e ho ancora tanti amici come quelli dell'Albergo Vittoria. Andavo sempre a mangiare 'Ai 2 ghiottoni' o alla 'Barcaccia'. Mi piaceva tanto il risotto ai frutti di mare".

Quali sono i gol a cui è più legato?
"In particolare la doppietta segnata contro il Milan di Sacchi (2-1, ndr). Non era facile in quel periodo fronteggiare difensori fortissimi come Baresi e Costacurta. Ma voglio anche ricordare tra gli altri Bergomi. Il mio gol più bello invece ritengo sia la punizione contro la Roma, a scavalcare la barriera".

L'allenatore a cui è più legato?
"Salvemini, il professore. Mi ha saputo prendere nel modo giusto e quando avevo qualche problema sapeva ascoltarmi e usare le parole appropriate".

Il rimpianto più grosso?
"L'infortunio al ginocchio contro la Samp ma anche il tanto tempo perso per recuperare. Mi ci sono voluti quasi due anni per rientrare, non so come mai".

Oggi come le sembra la Serie A?
"La Juve è sempre forte, ho visto comunque un buon Napoli in Champions. Mi sorprendono le difficoltà del Milan mentre la Lazio sta facendo davvero un gran campionato. La Serie A in cui giocavo io era più forte ma resta comunque competitiva. E credo che giocare in Italia a livello tattico sia sempre difficile. In Spagna invece ad esempio è più semplice. Ora vedremo che succederà alla ripresa. Qui in Brasile si pensa di tornare a giocare tra un paio di mesi".

A proposito di attaccanti chi le piace?
"Lautaro è forte e giovane, ha futuro e chissà che non possa davvero andare in una squadra ancora più importante. Lukaku mi piace perché nonostante il fisico possente non è lento, anzi tutt'altro. E poi c'è Immobile che sta facendo la differenza".

Tra i talenti brasiliani chi si sente di indicare?
"Ce ne sono pochi, ma dico Everton del Gremio, classe '96. E' un ala-attaccante che prende palla a salta l'avversario. E' pronto anche per l'Italia".

Perchè adesso dice che ci sono pochi talenti?
"Diciamo che la tecnologia è un po' nemica del calcio e dello sport. Adesso i ragazzi preferiscono stare davanti al computer e su internet che giocare a calcio..."

Lei comunque cerca di scoprire i campioni del futuro...
"Sì, da un anno lavoro al Guaranì. Sono nella commissione tecnica del settore giovanile. Cerco un po' di talenti, ragazzi di quindici-sedici anni".

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