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Leandro: "Concordo con Amaral. I miei figli sono forti, perfetti per la Fiorentina"

ESCLUSIVA TMW - Leandro: "Concordo con Amaral. I miei figli sono forti, perfetti per la Fiorentina"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 23 aprile 2020, 09:45Archivio 2020
di Lorenzo Marucci

Adesso vive in Florida, ad Orlando ma un giorno, molto presto, vuol tornare a Firenze con la sua famiglia. Tra i suoi sogni c'è quello di far vestire - da protagonisti - la maglia della Fiorentina ai suoi tre figli quindicenni (due maschi e una femmina) tutti molto forti e per di più con la cittadinanza italiana. Leandro Camara do Amaral, per tutti Leandro, è ben presente nella mente dei tifosi viola e dagli appassionati di calcio. Aveva scelto di indossare coraggiosamente la maglia numero 9, quella che fu di un certo Gabriel Batistuta che era appena passato alla Roma. Il giovane attaccante brasiliano partì bene nella sua avventura italiana, con gol e giocate decisive. Poi il prosieguo della stagione non fu felicissimo. Non solo, a parer suo, per responsabilità proprie. "Da otto anni vivo qui in Florida - racconta a Tuttomercatoweb.com - i miei figli possono così crescere facendo un bel percorso scolastico e sportivo. Spesso eravamo venuti qui in viaggio e con i bambini eravamo stati anche a Disneyland. Ci è piaciuto questa atmosfera e ci siamo stabiliti qui. Io sono il direttore tecnico del Florida Kraze Krush. Dirigo tanti ragazzini che vanno dai 4 ai 18 anni e partecipiamo ai campionati statuali".

Che ricordo ha della sua esperienza alla Fiorentina?
"Partii forte e nelle prima otto partite se la memoria non mi inganna segnai cinque gol. La tifoseria mi voleva bene e cantava anche una canzone per me. Era qualcosa di speciale ed è indimenticabile. Non era così scontato che un brasiliano appena arrivato si ambientasse così bene. Per altri, anche giocatori già affermati, era stato più complicato. Nonostante avessi giocato così bene, però, all'improvviso Terim decise di non farmi più giocare. Non ho capito il motivo anche perchè avevo segnato con continuità. Anche il presidente Vittorio Cecchi Gori si stupì del fatto che non giocassi. All'intervallo di una partita ci fu un confronto tra lui e Terim e il presidente chiese perchè non venivo utilizzato. Non so cosa successe ma dopo poco tempo il tecnico decise di dimettersi. Cecchi gori aveva un debole calcistico per me: dopo le vittorie con i miei gol, mi abbracciava e mi spronava. 'Bravo Leandro, forza Leandro', mi diceva. Io mi sentivo bene, ero anche nel giro della Seleçao che all'epoca annoverava grandi calciatori. A Firenze arrivò poi Mancini che era alla sua prima esperienza da tecnico ma si vedeva che aveva le caratteristiche da allenatore top".

Quell'anno vinceste la Coppa Italia ma era in fase avanzata la crisi del gruppo Cecchi Gori...
"Si, la squadra era forte. Spesso ne parlo con i miei vecchi compagni come Amaral, Nuno Gomes, Rui Costa. C'erano Di Livio, Toldo, Chiesa. Quella crisi arrivò nel momento più sbagliato che potesse esserci. Di solito quando vinci un trofeo tutto progredisce e ci sono gli stimoli per fare ancora di più: migliora il club e si entusiasma la tifoseria. E invece ecco tutti quei problemi che portarono poi al fallimento".

Curiosità particolari della sua esperienza?
"Potrei citare dei gol segnati in campionato e invece dico che la doppietta che segnai, appena arrivato a Firenze, al Memorial Cecchi Gori contro l'Atletico Bilbao fu importante perchè la tifoseria iniziò a vedermi con occhi diversi e mi consentì di guadagnare spazio. Vinsi il trofeo, un pallone d'oro, come miglior giocatore di quella edizione. Lo conservo ancora in casa (ed è quello che vedete nella nostra foto proprio di quella serata, ndr)".

Amaral in un'intervista a Tuttomercatoweb.com ha detto che suo figlio è forte e deve giocare nella Fiorentina...
"Concordo con lui. Tutti e tre i miei figli possono giocare nella Fiorentina. Sono tre gemelli, Lorenzo, Filippo e Valentina. Hanno 15 anni: la bambina gioca nella nazionale americana under15, Lorenzo è un attaccante rapido dribblatore, tecnico e difficile da marcare. Ricorda Edmundo. Filippo è un laterale destro molto bravo. Sono davvero sopra la media e mi piacerebbe portarli a Firenze. Tra l'altro mia moglie ed io parliamo spesso con loro dell'Italia e in più spesso a casa nostra la cucina italiana la fa da padrona. Per i miei figli mi hanno chiamato vari direttori, anche i dirigenti del Vasco che li hanno visti e sono rimasti colpiti. Solo che il Brasile non ti dà la possibilità di studiare e giocare come invece si fa qui negli Stati Uniti. E allora a questo punto meglio un'esperienza in Europa".

La Fiorentina di oggi la sta seguendo?
"So che c'è un nuovo presidente, Commisso. Spero che faccia investimenti per portare in alto la squadra. Speravo che potesse affermarsi Pedro, forse ci voleva più fiducia per lui. Qui in Brasile aveva giocato bene, è un bell'attaccante, forte, alto. Servivano più opportunità per Pedro. Parlando dei viola, mi auguro comunque di poter tornare presto a Firenze, ho saudade della città, del Ponte Vecchio. Piazzale Michelangelo. Abitavo a Fiesole, altro posto speciale con una vista unica. E amo la bistecca alla fiorentina. Sono brasiliano e adoro il churrasco ma a tutti i miei amici dico: potete parlare di carne solo dopo aver assaggiato la bistecca, con quel colore rosa perfetto e così saporita. La accompagno con un buon vino e non posso chiedere niente di meglio".

Il momento più importante della sua carriera qual è stato?
"Al Vasco. Ho giocato per quattro anni con quella maglia e sono stato il miglior calciatore del 2007. Fu una stagione bellissima in cui ebbi la possibilità di giocare al fianco di Romario ed Edmundo".

Nelle foto sotto i tre figli di Leandro oggi (una invece ritrae Lorenzo all'età di sei anni con la maglia della Fiorentina)

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