Le grandi trattative dell'Hellas - 2013, firma Toni: un campione del mondo all'ombra dell'Arena

Se cercate il diciotto maggio del 2013 sul calendario di un tifoso dell'Hellas Verona qualunque, lo troverete probabilmente cerchiato in rosso, evidenziato o sottolineato. È una data che, nella linea temporale della pluridecennale storia del club scaligero, ha un valore straordinario: il giorno in cui i gialloblù, diretti con tenacia e talento da Andrea Mandorlini, riassaporarono la Serie A dopo undici anni di esilio tra B e C.
Sulla scia del fisiologico entusiasmo che ne consegue, quell'estate a Verona si sogna in grande. La convizione che il ruolo di comparsa non s'addica alla squadra è tacita, ma diffusa. Il d.s. Sogliano lavora alacremente per completare l'organico a disposizione di Mandorlini: i nuovi arrivi, sapiente mix di gioventù ed esperienza, s'innestano su un humus già di per sé molto promettente, che annovera talentini ormai prossimi alla completa maturazione - uno tra tutti, Jorginho. Dal Porto arriva l'oggetto misterioso Iturbe, acquistato per meno di un milione e futuro pomo della discordia tra Juventus e Roma, che se l'assicurerà per ventidue milioni di euro.
In agenda c'è anche l'ingaggio di una prima punta, tassello vitale nel processo di imbastimento logico e coerente di una rosa da considerarsi competitiva. Le opzioni sul tavolo sono fondamentalmente due: da una parte Haris Seferovic, undici reti nel prestito semestrale al Novara e sulla lista dei partenti in casa Fiorentina, e dall'altra Luca Toni, in scadenza imminente proprio con il club dei Della Valle. Un intrigo dagli accesi toni viola, dunque.
Un bivio la cui risoluzione dipende da molti fattori, anche se le preferenze della dirigenza sembrano inequivocabilmente orientate verso il campione del mondo 2006. Sogliano allaccia i contatti con l'entourage, e la società si espone per la prima volta - seppur timidamente - il 19 giugno, quando l'allora direttore generale Giovanni Gardini, a margine di una conferenza stampa, non glissa sulla possibilità di vedere Toni in gialloblù. La trattativa procede, pur con qualche intoppo, legato prettamente all'ingaggio: alla fine l'intesa verrà raggiunta grazie allo sforzo di ambo le parti, per tutti i crismi dell'ufficialità bisognerà attendere il cinque luglio.
La firma viene apposta su un contratto di durata annuale, ma il sodalizio tra l'Hellas e Toni durerà tre anni, più uno - meno fruttuoso - da dirigente. La traccia che lascia in Veneto è indelebile: il titolo di capocannoniere, la mano portata all'orecchio per cinquantuno volte, ma anche l'idillio assoluto e sconfinato con una tifoseria che l'ha accolto come un figlio, dal primo giorno.