Le grandi trattative della Lazio - 1998, il rinforzo è Couto: un brutto cliente per gli attaccanti

Nell'estate del 1998 la Lazio di Cragnotti mette a segno un doppio colpo dal Barcellona: Ivan de la Pena, centrocampista di fama mondiale, e Fernando Couto, roccioso difensore che aveva già giocato in Serie A con il Parma. Un'operazione complessiva da 28 miliardi di lire che manda in visibilio il popolo biancoceleste, soprattutto per il talentuoso giovane spagnolo, titolare nei blaugrana di Cruijjf con Guardiola, Figo e Stoichkov. Nei suoi anni in Catalogna dà l'impressione di poter arrivare all'apice del calcio internazionale, sensazione che rimarrà tale perché De la Pena sarà un flop totale e giocherà solo un anno alla Lazio. Chi invece scriverà la storia del club capitolino è il suo amico Couto, il cui arrivo inizialmente passa sotto traccia. Ventinove anni, portoghese, nelle sue stagioni laziali collezionerà 145 presenze, vincendo quasi tutto quello che era a disposizione: scudetto, Coppa delle Coppe, Supercoppa Europea, quella italiana e due volte la Coppa Italia. Un palmares di tutto rispetto, motivo per cui è ancora nel cuore dei tifosi, che apprezzano fin da subito anche il suo carattere focoso e facilmente infiammabile. Brutto cliente per gli attaccanti, rimarrà negli annali del calcio come uno dei difensori più duri e 'cattivi' di sempre.
La sua esperienza laziale non è tutta lineare, perché nel gennaio del 2001 - dopo un Fiorentina-Lazio - viene trovato positivo al Nandrolone, uno steroide nebolizzante. Si professa sempre innocente, ma viene inizialmente squalificato per 10 mesi, che poi diventano 4. Nel 2007, per questa vicenda, verrà condannato a 4 mesi di reclusione e 400 mila euro di multa. Rimane a Roma anche sul tramonto dell'epopea di Cragnotti e accetta, visti i debiti del club, di tagliarsi significativamente il proprio ingaggio. Alla fine del suo contratto, nel 2005, decide di tornare al Parma dove chiuderà la carriera nel 2008.